Sognando l’Europa più inattesa. Il salto più incredibile in una stagione che lo scorso ottobre sembrava ormai compromessa del tutto. L’ultimo regalo che Claudio Ranieri desidera impacchettare e lasciare a Trigoria, prima di ritirarsi dietro ad una scrivania, vuole essere l’atto d’amore di un tecnico attorno al quale è stretta più che mai la gente romanista.
Un “decano” che si accinge a tagliare contro il Milan anche il traguardo delle 500 panchine in carriera in Serie A. E che ormai è un capopopolo giallorosso, a maggior ragione dopo l’ultima sconfitta di Bergamo contro l’Atalanta e le polemiche infinite per il rigore non concesso a Koné. Che hanno ulteriormente rafforzato il rapporto tra i tifosi e l’allenatore romano.
Tutto in una giornata da circo-letto rosso che Ranieri sogna di vivere in copertina, da protagonista assoluto, come gli è successo prima del ko di Bergamo con la serie di 19 risultati utili consecutivi, i successi nei derby (in carriera ne ha vinti 5 e uno, l’ultimo, l’ha pareggiato) o i 48 punti in 18 gare nel 2025, record nei maggiori cinque campionati europei che tuttora resiste.
E mentre per altri quella di domenica sera in casa sarà la partita dei saluti e del probabile addio, da Cristante a Hummels passando per Saelemaekers e Paredes, all’Olimpico per l’ultimo ballo in panchina Ranieri sarà invece accolto da re.
Come merita: lo stadio gli dedicherà una coreografia indimenticabile, lo acclamerà, nel giorno peraltro dell’ennesimo sold out, il 70° dell’era Friedkin, tutto per lui. E in attesa di diventare da dirigente il “garante” della squadra, il tecnico spera proprio di congedarsi dai suoi tifosi con un altro acuto per concludere un percorso esaltante a bordo campo, in quello stadio dove fiora ha vinto 37 partite in Serie A su 48.
FONTE: La Gazzetta dello Sport











