Come si dice in questi casi, il giorno dopo è anche peggio. Alla Roma non è andata giù l’eliminazione, soprattutto nei tempi e nei modi: l’espulsione di Hummels dopo 11 minuti ha demolito il progetto tattico di Ranieri e ha fornito un telepass per i quarti all’Athletic.
E’ stato come non giocare, arrendendosi all’effetto San Mamés. Lo stesso allenatore ha rivisto con calma le immagini dell’episodio decisivo e si è reso conto di averlo valutato male a caldo. Oggi, alla vigilia della partita contro il “suo” Cagliari, ha convocato una conferenza stampa. Di solito non ama parlare nelle settimane gonfie di impegni e interviste.
E’ quindi immaginabile che voglia rettificare la sua posizione rispetto alle dichiarazioni di Bilbao, senza per questo riaprire una polemica con l’Uefa che già gli è costata 20.000 euro di multa per le critiche all’arbitro di Oporto e al designatore Rosetti. No, l’espulsione non era «netta».
Il francese Turpin, giurista di professione, ha applicato male il regolamento per almeno tre motivi che escludevano la chiara occasione da gol, come tanti ex arbitri hanno poi constatato pubblicamente e informalmente: 1) il fallo di Hummels avviene a distanze siderali dall’area di Svilar; 2) il pallone portato avanti da Sannadi non corre verso la porta ma in diagonale, nella direzione del fallo laterale; 3) Mancini, che ha definito «severo» il provvedimento, era nella condizione di rientrare sull’avversario per contrastarlo prima di un effettivo e inequivocabile pericolo.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida