In Inghilterra era Mister Tinkerman, l’allenatore-aggiustatore, da quando è tornato in Italia è diventato Mister Cambi. L’ultima sostituzione benedetta di Claudio Ranieri è stata quella di giovedì sera contro l’Athletic Bilbao: entra Shomurodov, segna e la Roma vince. Il nome dell’uzbeko ricorrerà spesso in queste righe. È il suo “panchinaro-subentrante” prescelto, per questo Ranieri ha impedito il suo trasferimento a Venezia.
Per raccontare la storia di Mister Cambi siamo tornati indietro di un anno, anzi, un po’ di più. Ripartiamo dalla finale di ritorno dei playoff di Serie B a Bari. Zero a zero al 90′, Ranieri fa entrare Pavoletti che segna il gol della promozione. Nella stagione seguente, in undici partite fra campionato e Coppa Italia, il Cagliari riprenderà il risultato (pareggiando o vincendo) con le sostituzioni del suo allenatore. (…)
E siamo a Roma, dove la mano felice di Claudio dal Testaccio continua a ribaltare o migliorare i risultati.
Roma-Lecce 4-1: al 45′ il risultato è 1-1, finisce 4-1 anche con un gol di Pisilli partito dalla panchina. Roma-Genoa 3-1: all’intervallo è 1-1, va dentro El Shaarawy che segna il 2-1. Roma-Como 2-1: il capolavoro della stagione ranierista. La squadra di Fabregas chiude il primo tempo sull’1-0, l’allenatore giallorosso mette Saelemaekers e Dovbyk che firmano i gol della rimonta. Anche in Europa la magia prosegue. Roma-Eintracht 2-0: entra Shomurodov e chiude la partita col secondo gol. Roma-Porto 3-2: 2-1 per i giallorossi al 45′, entra Pisilli che segna il 3-1 prima dell’autorete di Rensch. Roma-Athletic Bilbao 2-1: al 56′ è 1-1, al 71′ va in campo Shomurodov e scaraventa in porta la palla del 2-1.
Escludendo il play-off di Bari, stiamo parlando di 17 partite risolte, chiuse o comunque non perse in un anno e mezzo grazie alle sostituzioni di Claudio Ranieri. Ora, se qualcuno pensa che possa essere solo fortuna, allora bisognerà chiedere all’allenatore della Roma i numeri per giocarli al lotto. Ma non è così. Ranieri è uno dei vecchi allenatori (dove vecchi equivale a un complimento perché significa esperienza, saggezza, sguardo illuminato) che sanno cosa accade in campo durante la partita, uno di quegli allenatori che intuiscono e spesso prevedono. Senza algoritmi, ma solo annusando l’aria.
FONTE: Il Corriere dello Sport – A. Polverosi












