Con la Fiorentina arbitra Rapuano, con Aureliano al Var e Maresca quarto uomo. Neanche il tempo di riprendersi dalla scia di polemiche del Mapei Stadium che si torna a parlare di arbitri per le designazioni per domenica. Non fosse altro perché i tifosi romanisti hanno inondato di messaggi radio e social stupiti dal “tridente” che l’Aia ha deciso di schierare all’Olimpico per Roma-Fiorentina, partita già di cartello ma che, per altro, in questo momento vale la zona Champions. «Una risposta alle parole di Mou su Marcenaro», «L’Aia fa sentire i tacchetti», «Soffia lo stesso vento del dopo-Serra». Tam tam.
Sarà, dunque, Antonio Rapuano di Rimini a dirigere la gara coi viola. Tre gli incroci con la squadra giallorossa e tutti e tre con Mourinho in panchina. José non ha molti amici con la giacchetta nera (o fluo, come adesso), però Rapuano gliene combina una niente male al battesimo: in Roma-Udinese del 2021-22, prima stagione dello Special One, al 94’ crea dal nulla un’ammonizione inesistente a Pellegrini, diffidato, che gli fa saltare il derby della settimana seguente.
Mou lo evidenzierà nelle interviste post partita: «Un cartellino ridicolo. Non conosco i meccanismi legali del calcio italiano a livello giuridico, ma vorrei conoscerli per cercare di farlo giocare. Non lo so se giocherà domenica, ma vediamo i meccanismi legali del calcio italiano e aspettiamo».
Aspetta e spera, José, roba da azzeccagarbugli. In Roma-Torino 1-1 della stagione seguente Rapuano espelle Mourinho che però poi chiederà scusa: «Il rosso è giusto, le mie parole lo hanno meritato. Ho avuto l’umiltà di scusarmi, ma della performance dell’arbitro e della sua influenza ipotetica nello sviluppo del gioco non voglio parlare».
Due giornate di squalifica e passa la paura. In questa stagione, in Roma-Milan 1-2, Rapuano concede a inizio partita un rigore dubbio per il Milan, per la caduta di Loftus-Cheek su Rui Patricio, che sicuramente imprudente nell’alzare la gamba, non può scomparire. Nel dubbio è rigore (cit.), richiamato dal Var Irrati.
Finita? No. Perché fa rumore anche il signor Aureliano al Var, che ne fa di cotte e di crude in Venezia-Roma del 2021-22: assegna un rigore alla Roma, tolto dal Var per un presunto fuorigioco di Pellegrini all’inizio della lunga azione precedente, ne concede uno ai veneti inesistente per un fallo subìto da Cristante, ne nega altri due alla Roma, distribuisce cartellini a destra più che a manca e convalida il gol di Okereke (sul filo del fuorigioco) di cui i registi della Lega ancora custodiscono replay e fermi immagine negati ai telespettatori.
Poco dopo quel Venezia-Roma, Aureliano è il Var di Milan-Roma. Un rigore concesso ai rossoneri (e uno su Zaniolo negato ai giallorossi). «Abraham allarga il braccio – dice Mou a fine gara -, ma non si nota il contatto. Se mi danno le immagini in cui si vede chiedo scusa. Il signor Aureliano (il Var, ndr) ha sbagliato, in un caso dubbio non puoi chiamare l’arbitro. Bevi il thè o la birra, ma lascia andare».
Torna ad arbitrare la Roma a Lecce a febbraio scorso: concede un rigore alla Roma per una mano di Strefezza, che impedisce a Smalling il tap-in, ma grazia il leccese a inizio ripresa dal secondo clamoroso giallo su Matic. Nel tunnel del Via del Mare, poi, enigmatico siparietto con il terzino del Lecce Gallo: «Mourinho cosa ha vinto nel mondo? Non ha giocato a calcio, nessuno diventa un grande così».
Finita? Nemmeno adesso. Come far mancare allo spettacolo un Maresca quarto uomo. Sono diversi gli episodi con il fischietto napoletano, da anni su piazza e considerato tra i più esperti e infatti pluripremiato. Dall’Aia. Ma di lui spesso a non convincere è proprio il carattere, che non poco conta per chi si trova a bordo campo tra due panchine urlanti dietro le spalle.
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FONTE: Il Romanista – G. Fasan