Forte con le deboli, e debole con le forti. Per ora è questo lo slogan della Roma di Fonseca che incassa il secondo poker in un mese sul campo di una diretta concorrente e si complica la vita nella corsa Champions. Stavolta la big si chiama Atalanta che nel secondo tempo ha straripato dopo essere andata in svantaggio per il gol lampo di Dzeko (il 112°) su assist del solito Mkhitaryan. Una rondine d’inverno che non fa primavera. Smalling e soci provano a tenere alto il muro e ci riescono bene fino all’ingresso di Ilicic. Nel secondo tempo cambia tutto e il confronto diventa imbarazzante: l’Atalanta crea, pressa, fa male.
La Roma arretra, prova a ripartire e va sulle gambe. Ne arrivano 4 in fila: Zapata, Gosens, Muriel e Ilicic. Tanti pure gli errori individuali. Proprio come a Napoli. E non è una novità visti i numeri: solo tre vittorie, poi sei pareggi e sette sconfitte in 16 gare di campionato contro le big che dicono 15 punti su 48 a disposizione conquistati (si fa per dire). Sul banco degli imputati sale soprattutto il tecnico portoghese tardivo nei cambi quando era evidente il dominio bergamasco. Qualche dubbio lo lascia pure la scelta di tenere fuori Villar e arretrare Pellegrini per far spazio a un deludentissimo Pedro.
«Nel primo tempo sembravamo guerrieri, nel secondo ragazzini. Non so spiegarmi questo cambio di atteggiamento. Ilicic ha fatto quello che voleva. Problema di maturità con le big? Può darsi, ma se avessimo mantenuto l’intensità dei primi 45′ sarebbe andata diversamente» scuote la testa il tecnico. Da valutare, infine, le condizioni di Spinazzola per un problema muscolare. (…)
FONTE: Leggo – F. Balzani