Nell’anno dell’impoverimento, un lampo. Non c’è dubbio che l’estate del 2021 resterà quella degli addii alla Serie a. Ma se Donnarumma, Lukaku e persino sua maestà Ronaldo hanno preferito abbandonare la nave che pare affondare, forse il campionato italiano ha trovato una nuova stella. Certo, il 4-0 a Salerno è poco per decidere un’incoronazione.
Ma i primi minuti italiani di Tammy Abraham raccontano di un calciatore che a queste latitudini rappresenta una sorta di anomalia. Perché a 23 anni ha scelto di lasciare la ricchissima Premier League e il Chelsea campione d’Europa per traslocare in Italia. Perché prima di sparare il gol che ha chiuso l’incontro, l’ha orientato facendosi faro. È un calciatore diverso. Di quelli che offrono appoggi, che aiutano, che combattono. E che offrono un’alternative in partite senza spazi, diventando una sorta di faro tra gli scogli.
Nella Roma, Mourinho ha finalmente dato una dignità linguistica ai fraseggi di Pellegrini, non solo più capitano perché capace di dire la frase giusta nello spogliatoio. Ma perché determinante in campo, al punto da rompere lui stesso la strettissima serratura di Castori.
Quando Mourinho è scattato in campo con le braccia larghe, ha capito che la sua Roma iniziava a somigliargli. Perché in quel momento, col gol del 2-0 tessuto con una assoluta grazia tra le maglie di un arrocco soffocante, e chiuso dal terzo gol in una settimana di Veretout, deve aver visto il germe della squadra che ha in mente. “Era impossibile non vincere, ho detto ai giocatori che ero più preoccupato con la Fiorentina in vantaggio di un gol e di un uomo che stavolta. I Friedkin mi hanno concesso tempo, ma non voglio troppo tempo, è contro la mia natura. Voglio trasformare la mentalità della squadra“. Prestissimo per emettere sentenze, ma il poker l’ha chiuso superando un avversario diverso.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci