Conta solo il risultato finale, non cambio idea. Contano i tre punti – soprattutto quando la Lazio perde e il Napoli e la Fiorentina pareggiano – se si vuole continuare a pensare con un minimo di fiducia alla Superchampions, all’eventuale quinto posto utile.
Conta vincere. Il resto – le 25 conclusioni del Frosinone, 7 nello specchio – è preoccupante, ma dimenticabile. Allo Stirpe “Archimede” De Rossi lo sperimentatore ha vinto e ha vinto largo dopo un primo tempo rivedibile, mostrandoci tante cose, altre Roma: Svilar al posto di Rui Patricio, ad esempio, e devo dire che il giovanotto è stato abbastanza convincente; poi Huijsen e non Llorente al fianco di Mancini: il ragazzo ha alternato qualche sbavatura difensiva, figlia dell’irruenza del diciottenne, alla prepotenza del gol del vantaggio scacciaguai. Huijsen è stato l’ultimo regalo di Mourinho: a gennaio lo convinse a preferire la Roma al Frosinone che l’aveva già bloccato. Il centrale di proprietà della Juve ha le palle quadrate, talmente quadrate da permettersi di provocare il pubblico dello Stirpe: ecco, in futuro freni certi impeti, son stupidaggini da evitare.
Bene ha fatto De Rossi a toglierlo all’intervallo. Per inciso, Mou prese Huijsen all’ultimo pur sapendo che Friedkin l’avrebbe prima o poi cacciato. Never forget. Proseguo con le novità/idee di DDR. Abbiamo anche visto Baldanzi battere i territori di Dybala: altro ragazzo di qualità e personalità, deve dimostrare di meritare una squadra di livello europeo. La stoffa – sinistro raffinato – non gli manca. Non ho finito. Anzi, lui non ha finito: Lukaku è stato affiancato da Azmoun, che per movimenti e visione non è Belotti. Nella ripresa Big Rom è stato risparmiato e Azmoun si è ritrovato punta unica e in gol.
Infine si è rivisto Chris Smalling, ex protagonista di Lost. Adesso De Rossi ha finalmente la possibilità di scegliere: 6 esterni difensivi (Karsdorp, Kristensen e Celik a destra, i tre del lato debolissimo; Angeliño, Spinazzola e, all’occorrenza, Zalewski, un po’ meglio ma non proprio il massimo), 5 centrali: Mancini, Smalling, Llorente, N’Dicka e Huijsen; anche a centrocampo le soluzioni non mancano, così come in attacco. E a marzo potrebbe tornare Abraham. Eureka!
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni