Il cuore di tutto il gruppo, il cuore di tutto lo stadio. La Roma completa l’en plein delle italiane, strappando ai supplementari la qualificazione contro il Feyenoord, calcisticamente cattivo e duro come i suoi tifosi tenuti lontani dall’Olimpico. Con le energie al lumicino, con troppi infortuni, con la sfortuna di 4 pali colpiti tra andata e ritorno. Con tutto contro, insomma, ma lo stesso avanti.
Dybala decisivo con un gol quando tutto sembrava perduto, Matic dominatore per 120′, El Shaarawy rapace nel 3-1 e Pellegrini capitano vero anche prima del 4-1. La partita è nervosissima, ogni contrasto di gioco diventa motivo di scontro. La rissa è costantemente dietro l’angolo e non è la Roma a guadagnarci. E nella ripresa si merita alla grande il passaggio del turno: Pellegrini e Cristante tengono vivo il pallone nell’area piena di difensori, Spinazzola indovina un diagonale lento ma velenoso che si spegne proprio nell’angolo più lontano.
Mou fa entrare Dybala e Abraham, ma perde Smalling per infortunio muscolare. La difesa non sa cosa fare senza il suo leader e prende gol da Paixao nell’unica vera occasione olandese della ripresa. E il 35′ e tutto sembra finito. Dybala, su passaggio di Pellegrini, dimostra cosa può fare un campione anche al 50%: brucia Trauner e mette sotto l’incrocio il gol che porta la partita ai tempi supplementari più dolci che si possa immaginare.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri