Ci risiamo. Un’altra occasione per dimostrarsi davvero grandi. Un altro big-match per sfatare questa specie di maledizione che perseguita Fonseca quando incontra avversari di alta classifica. Fallite in modo fragoroso le prove di Napoli e Bergamo oggi c’è almeno lo stadio Olimpico come presunto amico, lì dove i giallorossi in questa stagione non hanno mai perso. Nel match delle 12.30 arriva l’Inter di Antonio Conte, che si è fermata all’improvviso in casa della Samp e ha il forte desiderio di dimostrare che si sia trattato di un incidente di percorso.
In ballo c’è tanto, compreso un secondo posto che la Roma aggancerebbe in caso di vittoria. Non un traguardo, ma un risultato parziale piuttosto clamoroso se si pensa alle premesse di questo campionato. Ma se da una parte Conte fa capire ai suoi che c’è bisogno di un segnale forte per cementare la candidatura scudetto, col Milan che intanto ha fatto il suo dovere ieri e la Juventus che progetta la rimonta, Fonseca sfoggia la consueta prudenza per cercare di scaricare la tensione inevitabile dei suoi.
«Dico quello che ripeto sempre – spiega il portoghese – per noi è importante vincere. Poi si pensa al resto». In un campionato dove c’è spazio per le ambizioni di tutto sarebbe da masochisti parlare di qualcosa in più della Champions. Un obiettivo che, se centrato, sarebbe accolto con immensa soddisfazione dalla società. E allora, chi glielo fa fare a Fonseca di mettersi un’inutile pressione aggiuntiva addosso? Meglio pensare, come ripete lui, a una gara per volta e concentrarsi su come fermare l’armata nerazzurra.
«L’Inter ha grandi individualità – prosegue il tecnico – ma io non posso guardare solo questo. È facile capire come giocano mentre è difficile preparare contromosse. Abbiamo studiato la gara pensando al loro collettivo e alle singole situazioni». Sulla panchina giallorossa il portoghese ci si è seduto anche grazie al rifiuto di Conte «ma quando lo vedrò non parleremo di questo» dice sorridendo. Gli interessa, piuttosto, assicurarsi che i suoi giocatori abbiano la testa libera.
«Tutti i giocatori sono molto motivati, è un buon momento, stiamo vincendo, la squadra ha fiducia e ambizione per fare bene contro una grande rivale. Peccato per lo stadio vuoto, è una partita che crea un’atmosfera diversa e avere i tifosi sarebbe stato importante». L’infermeria continua a essere piena – out Mirante, Pedro, Calafiori, Santon, Fazio, Zaniolo e Pastore – e la formazione diventa più semplice da scegliere, con Dzeko, Veretout e Pellegrini tenuti a riposo a Crotone e pronti a tornare dal 1’.
«Stiamo bene fisicamente, è stato importante ruotare i giocatori e ora dobbiamo gestirci bene per le tante partite che affronteremo nei prossimi 3 mesi». La sfida successiva è un derby e si presenta da sola, subito dopo c’è lo Spezia in Coppa Italia con bis immediato in campionato. Una stagione senza soste, tutta da vivere e i Friedkin proveranno a non perdersi neppure un minuto: ieri Dan è tornato a Roma col suo jet privato dalla Svizzera, quartier generale del gruppo in Europa. La presenza (quasi) fissa in tribuna insieme al figlio Ryan è garantita.
FONTE: Il Tempo – A. Austini