Data, 2 luglio 2021. Orario, 14.44. La nuova era della Roma è cominciata due anni fa a Ciampino, con lo sbarco dell’uomo del destino, il tecnico dei “tituli”, il portatore di speranza. Poi tramutata in realtà. Una data che resterà impressa nella storia del club giallorosso, un nuovo capitolo cominciato con una festa “da scudetto”, proseguita con le celebrazioni per la Conference, e che ancora oggi continua a manifestarsi con i sold out all’Olimpico.
Mourinho, l’inizio del cambiamento. Quello dell’ambiente, mai così compatto e unito negli ultimi trent’anni, ma anche quello all’interno del club. E in gran parte spinto (se non forzato) proprio dallo Special One che poco dopo il suo sbarco già inculcava al club e ai suoi tifosi una mentalità vincente che, diciamo, non era proprio di casa negli anni passati. I tifosi non hanno mai avuto dubbi su di lui dal primo giorno del suo arrivo. Una folla del genere tra l’aeroporto e Trigoria non si vedeva dai tempi dell’arrivo di Batistuta.
Mourinho dalla terrazza che affaccia sul piazzale Dino Viola ha salutato i romanisti con la sciarpa giallorossa. Indicando il logo con orgoglio e fierezza, lo stesso gesto fatto con la mano 30 giorni fa quando ai tifosi ha detto “Resto qui per voi”. Un ciclo che si è aperto quel 2 luglio e che continua ad andare avanti grazie al suo carisma, alla voglia di dare ancora di più ai romanisti che in queste due stagioni non lo hanno mai abbandonato, anche negli inevitabili momenti di sofferenza sia dei risultati che dello stesso tecnico.
Due anni intensi, sempre focalizzato sull’obiettivo di aiutare a crescere i giocatori e il club. E così vuole fare anche nel suo terzo anno. Per questo ha rifiutato mercoledì scorso l’offerta formale da 96 milioni di euro in tre anni dell’Al-Ahli. Per l’Arabia c’è tempo, Mou ha ancora voglia di lottare e battersi per la Roma, i suoi giocatori e i suoi tifosi.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi