Il percorso è esattamente lo stesso che Paulo Dybala ha fatto prima della partita di ritorno contro il Salisburgo, il 23 febbraio, nel playoff di Europa League. L’argentino, sette giorni prima era uscito dal campo per un sovraccarico al flessore della gamba sinistra, evidenziato da una corsa meno fluida del solito nel finale di primo tempo. Nell’intervallo, d’accordo con il giocatore, Mourinho aveva sostituito la Joya con Celik, spiegando così la decisione a fine partita: “Paulo ha detto che non riusciva a riprendere nel secondo tempo. Se sia un infortunio, un mezzo infortunio o solo precauzione questo ancora non so dirlo”.
Il rapporto tra allenatore e giocatore è di totale fiducia. Mou conosce la psicologia di Dybala, sa che in passato ha avuto tanti infortuni muscolari e che a volte può esserci anche un eccesso di «precauzione». Lo accetta senza problemi perché Dybala in campo è sempre il migliore e perché alla Roma ha ritrovato il suo miglior livello.
Contro il Feyenoord, all’andata, l’argentino è uscito dal campo ancor prima di Salisburgo: dopo soli 25 minuti. Sembrava impossibile recuperarlo in così poco tempo e invece, come per Abraham, le speranze sono cresciute giorno dopo giorno. L’inglese, uscito per un infortunio alla spalla, ha addirittura giocato nel finale di partita e segnato contro l’Udinese, domenica sera. Dybala, invece, ieri ha svolto l’allenamento in parte in gruppo e in parte da solo. Oggi la verifica definitiva ma si può già dire che, almeno in panchina, contro gli olandesi ci sarà.
In realtà è più facile che, una volta convocato, Mourinho decida di schierarlo dal primo minuto per due motivi: c’è lo 0-1 dell’andata da recuperare e la Roma deve partire forte; usarlo come riserva, mandandolo in campo dalla panchina, è particolarmente rischioso in una partita che può anche finire ai supplementari. Quanti minuti ha veramente Dybala nelle gambe? Si può rischiare, in una gara così tirata, di ricorrere a una sostituzione del sostituto?.
A favore di un Dybala preservato all’inizio e giocato poi come carta per sparigliare c’è un solo particolare. Non è escluso che la partita possa anche finire ai rigori e Paulo è 5 su 5 in stagione (più il rigore segnato con l’Argentina nella finale Mondiale), mentre tra gli altri hanno sbagliato dal dischetto Pellegrini, Belotti e Cristante.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri