Dal sogno finale all’incubo finale. La Roma, che con De Rossi ha brillato e viaggiato spedita, si ritrova a combattere per non buttare via tutto: ribaltare il risultato con Bayer va vissuto, il piazzamento Champions è ormai un dovere. Qui non siamo nel mezzo del cammin, non c’è tempo per gestire. Il futuro è qui e ora, e la rosa è quella che è, spremuta.
Ha ragione, la Roma è una squadra forte, ma incompleta. Ora non c’è tempo per piangere che già ci si deve affacciare sulla Juve, gara da queste parti non è mai banale. E non lo è nemmeno per De Rossi, che contro i bianconeri ha vissuto battaglie ad alta tensione o ora per la prima volta se li trova da vanti da allenatore. Per Daniele ora il compito diventa duro: deve scegliere gli uomini giusti in queste partite chiave e sperare.
Otto giorni di fuoco. Al di là di certi limiti tecnici, che nella rosa sono evidenti, De Rossi deve fare i conti pure con le fragilità di certi calciatori. Ad esempio, uno come Dybala ci sta che salti (parliamo di formazione titolare) o la sfida contro la sua ex squadra oppure la trasferta di Leverkusen. Stesso discorso vale per Spinazzola, e Smalling o per Mancini, quest’ultimo stremato dopo la gara di giovedì.
La Roma, questo raccontano i muri di Trigoria, non vuole lasciare nulla di intentato. Vuole onorare al meglio gli impegni, anche quello di giovedì prossimo. Insomma alla BayArena non vedremo in campo la Primavera, ma una squadra che, almeno inizialmente, ci proverà, poi in corso d’opera si faranno altri ragionamenti. Conti alla mano, servirebbe vincere a Bergamo e non perdere con la Juve, dando per scontato che la Roma riesca a chiudere il campionato con le vittorie su Genoa ed Empoli. Dieci punti per la Champions, potrebbero bastare.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni