Nella sua «Lode a Evaristo Beccalossi», il comico Paolo Rossi ha reso ancora piu immortale l’ex numero 10 dell’Inter raccontando, in chiave ovviamente ironica, i due rigori sbagliati in otto minuti contro lo Slovan Bratislava nella Coppa delle Coppe 1982-83. L’argentino Martin Palermo fece ancora peggio, con la maglia dell’Albiceleste, fallendone tre. Ma all’Olimpico va in scena il teatro dell’assurdo, più che uno spettacolo comico: la Roma riesce a sbagliare lo stesso rigore per tre volte. Il progetto di rimonta della Roma finisce lì: il Lilla sbanca l’Olimpico, come aveva fatto il Torino in campionato. Sono le uniche due partite in cui la Roma è andata sotto. Non è più riuscita a risalire.
Il triplo errore non può neanche riassumere tutti i motivi della sconfitta giallorossa. Il progetto di crescita certificato dalla vittoria di Nizza e dal primo posto in campionato registra una brusca frenata. Di gasperinismo si è visto poco: qualcosa nel recupero alto sulla prima costruzione avversaria, ma trasformata pochissimo in efficacia negli ultimi venti metri. Colpa di troppi errori tecnici, anche perché il Lilla costringe a giocare a un ritmo che non lascia il tempo di pensare. Il primo è di Tsimikas in avvio: si fa rubare palla da Meunier, Correia attiva Haraldsson che resiste a El Aynaoui e tuona sotto la traversa. Sono passati sei minuti e la Roma è sotto.
In mezzo, Bentaleb e Bouaddi portano a spasso Cristante e soprattutto El Aynaoui. Davanti, l’eterno Giroud, 39 anni appena compiuti, tiene una lezione di centravantismo: gli manca solo la velocità per fulminare Svilar in avvio di ripresa. Dall’altra parte, Ferguson è un alunno disattento, a lui manca tutto: non tiene un pallone.
La Roma li serve anche male, i suoi centravanti. È frettolosa nella ricerca della profondità, lancia davanti senza mirino. Ma costruisce la tripla (ancora … ) occasione appena oltre la mezzora del primo tempo: discesa di Wesley, conclusioni di Tsimikas, Soulé e El Aynaoui, che trovano un muro e il salvataggio di Mandi sulla linea. Nella ripresa, con Mancini ed El Shaarawy, poi pure con Kone, lo sviluppo giallorosso non migliora granchè, preoccupato anche dalle ripartenze del Lilla.
Almeno il solito Svilar chiude lo specchio: a Giroud in avvio di ripresa, nel finale a Fernandez-Pardo. Tra le due chance, anche quella di Sahraoui che chiude debolmente una fuga mancina di Fernandez-Pardo. E dietro il Lilla non concede spazi. Soulé dà qualche segnale a destra, ma il rigore è episodico: angolo dell’argentino, Celik allunga, braccio di Mandi. Sei minuti dopo, tra Var per la concessione del rigore evidente sfuggito all’arbitro Lambrechts e orrori dal dischetto, i francesi sono ancora davanti. La Roma cade, da undici metri.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Frosio











