La Roma dice basta. Il club giallorosso, già penalizzato nelle gare con Lazio e Juventus, punta il dito contro la classe arbitrale dopo aver pagato a caro prezzo gli errori di Maresca durante il big match con il Milan. Ieri il direttore di gara napoletano è stato fermato dall’Aia per un paio di turni in seguito alla direzione confusionaria della gara dell’Olimpico, ma nel frattempo la Roma aggiunge un altro episodio – e altri punti persi – alla lista dei torti subiti per mano degli arbitri.
L’ennesima puntata di un serie-horror che vede (troppo spesso) il club dei Friedkin nei panni della vittima e che ha spinto il general manager Tiago Pinto ad un duro sfogo a 24 ore dalla sconfitta con i rossoneri: «Non possiamo nascondere quello che è successo domenica scorsa e ciò che è successo nelle prime undici partite di campionato – le parole del portoghese a Sky Sport – i criteri arbitrali sono stati così diversi che non riesco a capire quello che dobbiamo trasmettere sull’argomento all’allenatore e ai giocatori. Spesso situazioni analoghe hanno visto criteri di giudizio totalmente opposti».
Pinto non identifica negli arbitri la causa esclusiva delle sconfitte della squadra allenata da José Mourinho, ma allo stesso tempo non riesce chiudere gli occhi e rimanere indifferente davanti una situazione che rischia di condizionare pesantemente la stagione giallorossa: «Non mi piace parlare subito dopo le partite perché sono sempre molto nervoso. Credo che il Milan abbia fatto una grande gara, magari meritava anche la vittoria. Non voglio nascondere le debolezze della Roma, siamo professionisti e vogliamo migliorare ma non possiamo non vedere alcune cose. Credo che le persone sappiano che nella cultura di questa società non c’è spazio per nascondersi da ciò che ci siamo prefissati di fare. I tifosi possono essere certi che ogni giorno lavoriamo per migliorare».
Sulla black list del portoghese ci sono almeno quattro precedenti cerchiati in rosso, costati punti preziosi a Pellegrini&co. nei primi due mesi della stagione: «Il nostro capitano ha saltato il derby per un doppio giallo contro l’Udinese, ma il secondo è arrivato in una situazione che capita spesso in Serie A e per la quale non ho mai visto applicare lo stesso metro. Nel derby non è stato fischiato un rigore su Zaniolo da cui scaturisce il 2-0. Contro il Milan è chiaro che il rigore su Ibrahimovic non c’è, non c’è fallo, Ibanez tocca la palla e il Var interviene per correggere un errore evidente ma purtroppo l’arbitro ha confermato la sua scelta. Negli ultimi minuti della partita c’è un rigore non fischiato per un contatto di Kjaer su Pellegrini. Se pensiamo che due settimane fa in Inter-Juve il Var ha chiamato un contatto molto più leggero e assegnato un rigore contro l’Inter che ha cambiato il risultato, stiamo parlando un’altra volta di criteri opposti, dove la Roma si sente danneggiata».
Parole forti, rivolte ad una classe arbitrale che troppo spesso non si rivela all’altezza del proprio compito: «Non è solo un problema della Roma. Tutti insieme possiamo riflettere in modo professionale su questi criteri arbitrali, perché altrimenti si rischia di perdere credibilità. In Italia abbiamo calciatori e allenatori di qualità, la Nazionale è Campione d’Europa ma nessuno riesce a capire i criteri arbitrali. In queste undici partite ci sono state situazioni in cui la Roma è stata chiaramente danneggiata. Siamo tutti professionisti, dobbiamo migliorare e assumerci la responsabilità di quello che facciamo ma è anche il momento di dire basta. La Roma e tutti i suoi tifosi meritano rispetto». Da Trigoria l’attacco è partito forte e chiaro. Per capire la reazione del mondo o arbitrale forse basterà attendere la prossima gara di campionato.
FONTE: Il Tempo – E. Zotti