Qualcosa è cambiato. O qualcosa sta cambiando. Qualcosa, meglio ancora, deve per forza cambiare. A Bologna, appunto, si cambia. Perché poi c’è il Frosinone e quindi il derby. Tre partite in sette giorni: domani, mercoledì e sabato. Due impegni, sulla carta normali, uno di livello superiore. Turnover obbligato, senza esagerare. Ma la partita con il Real ha detto qualcosa che Di Francesco dovrà prendere in considerazione. Ci sono calciatori che hanno bisogno di raggiungere la condizione fisica migliore e altri che devono ritrovare il sorriso, le così dette motivazioni.
LE PROVE – Eusebio sta lavorando su entrambi i fronti. Dopo la ramanzina e i segnali dati a qualcuno nella conferenza pre Real Madrid, a Bologna si rivedranno alcuni calciatori che fino a ora si sono visti poco o sono apparsi e poi scomparsi (anche per colpe loro) o quelli che non si sono mai visti, tipo Coric e Luca Pellegrini. Chi in per un verso, chi per un altro, parliamo di invisibili. Schick, ad esempio, è uno di questi. Fino a ora ha giocato 121′ in campionato e 21′ in Champions, titolare solo una volta, a Milano contro il Milan. Rendimento non esaltante, umore sotto i piedi. A Madrid ha avuto un paio di palle della svolta, e niente. Tra domani e mercoledì gli toccherà la seconda da titolare. Più domani, verrebbe da pensare, visto che nell’ultimo allenamento Eusebio ha messo lui al centro dell’attacco, quasi come a dire: sveglia ora tocca a te. Si gioca una chance da titolare anche Kluivert, che è stato provato alla destra di Patrik. Che in campo è stato solo 73′, distribuiti tra Torino, Atalanta e Chievo. Il ragazzino scalpita e si mette in posizione. Di Francesco al momento lo considera – in attesa della sua crescita – un’ alternativa a Under, che non è stato titolare solo a Milano, giocando in totale 241′ in serie A e 90′ in Champions. A sinistra spazio a Perotti, che è tornato a pieno regime e che a Madrid ha giocato solo uno spezzone.
FASCE NUOVE – Diego era un titolare la scorsa stagione, uno dei senatori, uno tra i più affidabili per Eusebio. Ci sta che si riprenda il suo posto dopo un’estate tormentata e una stagione cominciata con l’acciacco. Ci sono calciatori come Diego che ti guardano dritti in faccia e partono, c’è chi invece ha bisogno di sentirsi addosso la fiducia, di stare in campo per non sentirsi abbandonati e inutili. Lorenzo Pellegrini è uno di questi: ha pagato quei quarantacinque minuti orribili (di tutti) contro l’Atalanta, quando ha giocato con Cristante e De Rossi al centro. Stavolta potrebbe accadere la stessa cosa, con Nzonzi in mezzo. Nelle rotazioni entra di diritto Zaniolo, titolare a Madrid e Pastore, che torna a disposizione di Di Francesco, sempre nel ruolo di mezz’ala. Qualcosa cambierà anche nel reparto difensivo: Fazio e Kolarov hanno necessità di ritrovare ritmo e energia, Marcano è sparito dopo la trasferta di San Siro e va recuperato sotto ogni punto di vista. Stesso dicasi per Karsdorp, finito in tribuna al Bernabeu. Anche lui è stato un obiettivo di Di Francesco con quella tribunetta che farà bene a qualcuno. E poi c’è Santon, pure lui tra i dimenticati che ora sperano di riemergere dal buio. L’ex Inter e Luca Pellegrini si giocano il posto di Kolarov che non le presenzierà tutte come lo scorso anno. Il turnover nel passato campionato è servito per alternare e gestire le forze, quest’anno molti calciatori sono partiti stanchi. E vanno rigenerati subito. Anche chi, come Coric, stanco non può essere. Per ovvi motivi.