Alle parole Lorenzo Pellegrini ha preferito i fatti in questa lunga preparazione estiva. Il silenzio mediatico per concentrarsi sul lavoro in campo, i discorsi con la squadra e con Mourinho per programmare la nuova stagione, e il suo ruolo di leader sempre più consolidato all’interno di un gruppo che lo vede come un vero e proprio punto di riferimento. Pellegrini è pronto a una nuova lunga stagione con la fascia al braccio, per togliersi altre soddisfazioni personali e di squadra dopo la delusione della finale di Budapest persa contro il Siviglia.
Ha preferito non parlare dopo quella partita, così dopo questo mese di lavoro tra Trigoria e il Portogallo. Ha risposto presente con un bel gol nell’ultima sfida contro il Farense prima di far ritorno nella Capitale e riabbracciare la sua famiglia. A ventisette anni Lorenzo si sente sempre più maturo e pronto a guidare la squadra dentro e fuori dal campo, ma ha anche voglia di riuscire a dare un contributo sempre più importante, a cominciare da quei gol che la scorsa stagione sono mancati agli attaccanti.
Pellegrini in un anno difficile ha giocato da tuttocampista: mediano, mezzala, trequartista, attaccante. Tutto per sopperire alle difficoltà della squadra che aveva perso nel corso delle partite i vari interpreti del centrocampo e dell’attacco. Quarantotto partite giocate su cinquantacinque totali, un elemento imprescindibile per Mourinho che lo ha schierato chiedendogli impegno e sacrificio. E inevitabilmente a farne le spese è stato il rendimento in alcune partite. A furia di giocare tanto, di cambiare ruolo e stringere i denti non è riuscito a esprimere quelle qualità messe in mostra nei precedenti anni.
Per questo l’arrivo di Aouar, quello probabile di Sanches e l’inserimento di qualche altro innesto nel reparto offensivo non potranno che aiutarlo a riprendere il suo ruolo naturale e a dedicarsi a quelli che sono i suoi compiti. Dare fantasia alla squadra insieme a Dybala, dare velocità alla manovra e pulire i palloni sporchi che gli arrivano tra i piedi. In tutto questo anche gli inserimenti che potranno portarlo a trovare il gol e servire gli assist.
Compiti ben precisi per tornare a essere se stesso e non doversi troppo sacrificare in più ruoli. E con Aouar, Pellegrini non potrà che trovarsi bene per dare maggiore qualità e dinamismo in mezzo al campo. I due hanno giocato insieme e così faranno anche nel corso della stagione, ma potranno anche aiutarsi a vicenda quando uno dei due dovrà rifiatare e recuperare le energie. Lorenzo da capitano ha fatto inserire nel migliore dei modi l’ex Lione, così come N’Dicka e Kristensen. Non ce ne è stato bisogno con Llorente con cui ha un buon rapporto già dal suo arrivo nella passata finestra di mercato invernale.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi
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