È undicesima in campionato con 9 punti in meno dello scorso anno, quando già Friedkin stava valutando l’esonero di Mourinho. Ma è anche ventunesima nel maxi girone di Europa League, a -1 dall’avversario di giovedì prossimo: il Braga, quinto nel campionato portoghese e già battuto fuori dal territorio nazionale dal Bodø-Glimt e dall’Olympiacos.
Sono le istantanee dei guai che si è procurata la Roma, costretta a rincorrere la normalità in tutte le competizioni. Se la classifica europea fosse definitiva dopo la quinta giornata, Ranieri non sarebbe eliminato ma verrebbe obbligato a un playoff contro il Manchester United per raggiungere gli ottavi.
Per fortuna della Roma mancano ancora tre partite che possono sistemare le cose: dopo il Braga all’Olimpico, il calendario presenterà a gennaio l’Az Alkmaar fuori e l’Eintracht in casa. Vincendole tutte – ipotesi per nulla scontata ma nemmeno impossibile – la speranza di raggiungere un posto tra le prime otto e quindi la qualificazione diretta sarebbe credibile: a quota 15 si dorme abbastanza tranquilli.
Siccome però l’obiettivo ragionevole è evitare la prematura uscita di scena, magari sfidando un rivale più comodo nello spareggio di febbraio, la Roma deve intanto battere il Braga, forte anche del doppio precedente favorevole della stagione 2020/21 con Paulo Fonseca in panchina.
Un passo alla volta, direbbe Ranieri che ha “portato il cemento ma non ancora posato il primo mattone” della nuova casa grazie al corroborante 4-1 contro il Lecce. Sarebbe sbagliatissimo snobbare l’Europa League per paura di non avere abbastanza forze da gestire la risalita in campionato.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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