Restano nove partite, anzi “nove finali” (cit. Svilar) per trasformare il sogno Champions in una vera e autentica impresa sotto il segno di Claudio Ranieri e di una squadra rinata dopo l’esonero di Juric. La Roma cavalca la speranza di tornare a giocare il torneo Uefa più importante, il club quella di raccogliere un tesoro di ricavi per una qualificazione che aiuterebbe senz’altro ad alimentare il progetto tecnico che comincerà la prossima estate con il nuovo allenatore e la guida di Ranieri da dirigente.
Tredici risultati utili consecutivi, gli ultimi sei sono successi che hanno aperto le porte al sogno quarto posto. Che adesso dista quattro punti, anzi cinque visto che il Bologna – che ora occupa il piazzamento – a parità di punti sarebbe avanti negli scontri diretti. «Ho trovato un gruppo forte ma che aveva perso autostima. Si è ritrovato e compattato, ha fatto tanto ma adesso viene il bello e il difficile: dobbiamo continuare con la leggerezza che ci ha contraddistinto e la voglia che ha fatto innamorare i nostri tifosi». Il percorso è ancora lungo e pieno di ostacoli, il primo è arrivato ancor prima di cominciare il rush finale con l’infortunio di Dybala, ma al tempo stesso può essere avvincente ed esaltante. (…)
Il primo passo per continuare il sogno è quello di affidarsi all’esperienza di Ranieri. Il motivo è semplice: ha preso una Roma che era a due punti dalla zona retrocessione e l’ha portata a quattro punti dalla Champions. E considerando le ultime quindici partite i giallorossi sono la squadra che ha raccolto più punti in campionato, quella che ha subito meno gol e la seconda invece che ha segnato di più dietro all’Inter (per una sola rete). Ha risollevato il gruppo sia tatticamente che mentalmente dopo gli errori fatti del club prima esonerando De Rossi e poi scegliendo Juric, ha ridato equilibrio e forza alla squadra ed entusiasmo all’ambiente. (…)
La Roma con Sir Claudio ha ritrovato un gioco, una fase difensiva di livello e sta lavorando per aumentare anche la sua potenza di fuoco. Sotto Ranieri tutti i giocatori sono andati in gol almeno una volta, dal difensore fino all’ultimo attaccante, ma soprattutto ha ridotto al minimo le reti subite facendo di questo aspetto la sua forza: cinque clean sheet negli ultimi sei match, non è certo poco.
Fin qui Ranieri ha alternato tutta la rosa, riuscendo a trovare i risultati anche schierando le riserve. Aver coinvolto tutti i giocatori non solo ha compattato lo spogliatoio ma ha anche preservato le energie dei titolari, ora pronti al rush finale. Il recupero di Pellegrini sarà importantissimo, così come la verve di Pisilli e la voglia di Baldanzi e di Soulé di dire la loro.
Di certo il turnover è servito tanto durante il doppio impegno campionato coppa, adesso il fatto di avere una sola gara a settimana potrà aiutare la Roma a gestire le energie e a preparare al meglio le sfide. E avere cinque partite su nove all’Olimpico non può che far bene alla Roma. Cinque, considerando anche il derby contro la Lazio (ma che vedrà più tifosi biancocelesti). (…)
L’assenza di Dybala è naturalmente il primo ostacolo per il quarto posto. La Roma parte con l’handicap, senza il miglior giocatore della rosa per talento, fantasia e leadership. E sarà un’assenza che si farà sentire tanto nei tanti big match che aspettano la squadra in questo finale di stagione.
Ecco, proprio i big match sono l’altro grande ostacolo per la Champions. Sei scontri diretti in nove partite, roba da far girare la testa a qualsiasi club. Un calendario beffardo per i giallorossi, costretti dopo il Lecce ad affrontare consecutivamente prima Juventus e Lazio poi, dopo il Verona, un poker da incubo: Inter (fuori), Fiorentina, Atalanta (fuori) e Milan. (…)
L’assenza di Dybala più gli scontri diretti, uguale: tanta inevitabile stanchezza fisica e mentale. Una combo che si farà sentire nella testa e nelle gambe dei giocatori. Starà al gruppo automotivarsi, starà a Ranieri riuscire a trovare la formula migliore per arrivare alla fine della stagione con un bel sorriso stampato sul volto.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi