Diciannove crociati rotti, quindici giocatori coinvolti. Il tutto in sei anni e mezzo. Il primo di questa crisi, che ormai per i romanisti è “la maledizione dei crociati di Trigoria”, è stato Kevin Strootman (marzo 2014), l’ultimo ieri sera Nicolò Zaniolo. In mezzo, tra primavera e prima squadra, ragazzini come l’allora sedicenne Calafiori, giocatori esperti come Rüdiger, Florenzi e Mario Rui, e calciatori che nella Roma sono stati una meteora, come Ponce, tutti alle prese con infortuni comuni per i calciatori e, purtroppo per la Roma, ancora più comuni a Trigoria negli ultimi anni.
In un misto di campi non sempre perfetti (sono stati rifatti spesso negli anni), sfortuna e impegni ogni stagione più pressanti (quasi tutti i calciatori coinvolti sono nazionali), la Roma si ritrova costretta per l’ennesima volta a fare i conti con un suo giocatore che finirà sotto i ferri. A Roma, a Villa Stuart, ma anche negli Stati Uniti (dove si è operato Calafiori) o in Olanda, dove si è operato per la prima volta Strootman.
Il centrocampista, con le sue tre operazioni in due anni, detiene il primato più triste delle operazioni romaniste. Dopo di lui Florenzi (due volte), Karsdorp alla prima partita, Rüdiger con la nazionale tedesca poco prima di essere ceduto (e infatti la trattativa saltò), Mario Rui in tournée in Usa al primo anno da romanista, Emerson il giorno dell’addio di Totti, Zappacosta nella scorsa stagione dopo un paio di presenze, e poi i giovani Calafiori, Luca Pellegrini, Bouah (due volte), Nura, Ponce, Bianda e Capradossi. L’ultimo della lista, che a Trigoria sperano di non aggiornare per i prossimi anni, è, appunto, Zaniolo, con due infortuni gravi nel giro di neppure di otto mesi.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli