Claudio Ranieri è stato chiaro in conferenza stampa: «Tutti mi devono aiutare perché non ho tempo di sbagliare. Abbiamo subito tre partite, una più bella dell’altra». Ma anche una più difficile dell’altra. Il tecnico lo sa, per questo è al lavoro per studiare le mosse più veloci per cercare di dare una svolta alla squadra e una sterzata alla stagione. «Sono stato chiamato dopo una grossa grandinata, e voi sapete quanto lavoro e quanta passione ci vuole per rimettere a posto un territorio del genere – ha detto ieri Ranieri ospite di Bibenda 2025 -. Io curerò i miei giocatori con lo stesso amore che voi usate per ogni grappolo d’uva dopo una burrasca».
Non c’è tempo da perdere, in questo momento il tempo è nemico della Roma ma soprattutto di Sir Claudio che senza i nazionali e con qualche giocatore in infermeria deve pensare alle strategie per partire subito nel migliore dei modi già tra una settimana contro il Napoli. E allora alla base del lavoro ci sono quattro aspetti fondamentali da cui ripartire, già sottolineati alla squadra. La ricerca di una mentalità solida e vincente, gli aspetti tattici, il supporto dei senatori ma anche dell’Olimpico che deve tornare a spingere la squadra. Ranieri sarà accontentato, la tifoseria non lo lascerà solo.
La prima cura deve essere sulla testa. La squadra ha il morale sotto gli scarpini dopo aver cambiato tre allenatori in due mesi, quattro in dieci mesi, ed essere sprofondata al dodicesimo posto in classifica. L’Olimpico li contesta, i giocatori in campo non riescono a rendere e tutto il peso psicologico della situazione ricade naturalmente sulle prestazioni. Per questo Ranieri in conferenza prima di tutto ha voluto spezzare una lancia a favore dei suoi: «Io ho visto le partite e non penso che questi ragazzi non si siano impegnati. Magari correvano a vuoto e le cose non venivano». Il tecnico vuole lavorare sulla testa della sua squadra, riportando il morale alto, facendoli di nuovo divertire in campo ma al tempo stesso responsabilizzandoli di più. Specialmente i giovani. Il classico “bastone e carota”: si scherza in allenamento, ci si diverte, ma al tempo stesso il lavoro deve essere perfetto, così come la concentrazione e l’attenzione sugli esercizi.
E poi naturalmente in partita: «Voglio gente che sputi sangue sul campo, che non molli di un centimetro anche se le cose vanno male. Io sono prima di tutto un tifoso e poi un allenatore. E i tifosi amano questo atteggiamento». Ecco, per ritrovare la vittoria serve la cattiveria, il carattere, la determinazione. Per ritrovare il supporto incondizionato della tifoseria, serve mettere tutto in campo come chiede Ranieri, come chiedevano anche sia Mourinho che De Rossi. E allora la spinta dell’Olimpico aiuterà anche a fare quel passo in più in partita che può decidere il risultato. Passo dopo passo, verso una serenità mentale che di fatto sarà la chiave per ritornare a giocare ad alti livelli. Ranieri è un allenatore-psicologo, capace la squadra, capace i suoi uomini e cercherà di indirizzarli verso i pensieri positivi come fatto già nelle sue precedenti esperienze alla Roma. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi