Colpirne uno per educarne cento o quanto meno venticinque? Chissà se José Mourinho si è ispirato al “grande timoniere” Mao quando, al termine di Sassuolo-Roma, ha parlato di tradimento” da parte di un suo calciatore. Il portoghese non ha fatto il nome del reprobo, ma sapeva che, un secondo dopo le sue parole, sarebbe partita la caccia al colpevole. Tutti gli indizi portano a Rick Karsdorp, il terzino olandese che ha vissuto una storia travagliata con la maglia giallorossa.
I suoi giorni alla Roma sembrano contati. Mourinho, davanti a tutti in spogliatoio, gli ha chiesto di trovarsi a gennaio un’altra squadra. Non è escluso, però, che a partire da capitan Pellegrini sia già partito un lavoro per ricucire la situazione. La società giallorossa lascia a Mou la piena facoltà di esprimere giudizi e guidare il gruppo con i suoi metodi.
C’è chi ha vivisezionato i 32’ giocati da Karsdorp: ci ha messo più tempo del necessario a prepararsi per entrare dalla panchina, innervosendo Mou; dopo il gol di Abraham non è corso subito ad abbracciare l’inglese; sul gol del pareggio del Sassuolo è stato passivo nella marcatura di Laurienté.
Quelli di Karsdorp, evidentemente, sono stati ripetuti nel tempo e non limitati alla partita di Reggio Emilia. Non c’è dubbio, però, che Mourinho abbia visto un problema più generale, come se aver vinto a giugno la Conference League avesse “riempito la pancia” di parecchi calciatori. Nel dopo gara di Reggio Emilia si è detto soddisfatto dell’impegno di 15 su 16 ma in precedenza non sono mancate le punzecchiature a questo o a quel giocatore.
FONTE: IlCorriere della Sera – L. Valdiserri