Un errore inammissibile in qualsiasi categoria. Figuriamoci se commesso in Serie A. La Roma perderà 3-0 a tavolino la partita di esordio a Verona, la prima ufficiale dell’era Friedkin, perché si è dimenticata di inserire Diawara nella lista dei calciatori over 22 consegnata alla Lega alla vigilia della partita. Incredibile ma tutto tristemente vero, non bastava essersi presentati al Bentegodi senza un centravanti utilizzabile e sprovvisti di un difensore centrale pronto a giocare, Fonseca non potrà tenersi neppure il misero punticino conquistato sul campo contro un rivale altrettanto pieno di problemi.
Oggi applicando le norme vigenti, il Giudice Sportivo Mastrandrea non potrà far altro che decretare la sconfitta dei giallorossi, relegandoli all’ultimo posto in classifica insieme alla Sampdoria battuta – ma sul campo – 3 a 0 dalla Juventus. L’articolo 9 del regolamento sulle rose approvato dalla Figc 2014 e poi aggiornato a giugno 2018 parla chiaro: «l’utilizzo in una gara di campionato di un calciatore non inserito nell’elenco dei 25 calciatori o inserito nei suddetto elenco in violazione delle disposizioni precedenti, comporta, per la società responasabile, la sanzione della perdita della gara».
E sperare che il ricorso già annunciato in via informale dalla Roma possa portare ad un ribaltamento della decisione è quasi inutile. Com’è stata possibile una svista così madornale? Tutto nasce dall’errore di chi era addetto a inviare la lista alla Lega (spetta alla segreteria sportiva, per questo ha deciso di dimettersi il responsabile Pantaleo Longo) entro le 12 di venerdì. Il regolamento permette di inserire 17 giocatori over 22 nell’elenco dei 25, oltre a 4 cresciuti nel vivaio (la Roma ha solo Pellegrini) e altrettanti formati in Italia (inseriti Mirante, Santon, Spinazzola e Cristante).
Per gli under 22 (fino al 2018 erano gli under 21), quindi quest’anno tutti i ragazzi nati dal 1998 in poi, basta invece comunicare il numero di maglia perché non c’è un limite numerico di giovani utilizzabili. Visto che nello scorso campionato Diawara risultava tra i baby dell’elenco libero, chi ha compilato la lista ha dimenticato di spostarlo nello slot giusto. Il paradosso, che di una dimenticanza e non di una furbata, è che invece di 17 giocatori over 22 la Roma ne ha inseriti solo 13 in rosa. Per Diawara c’erano quindi ben 4 posti liberi.
Al momento della consegna della formazione all’arbitro era ancora possibile salvarsi, non mandando in campo il centrocampista. E’ scattato infatti l’alert automatico della Lega, ma invece di correggere l’errore si è completato il pasticcio: la Roma, in una telefonata, ha chiesto il motivo dell’alert ma non avrebbe ricevuto spiegazioni compiute stando a quanto raccontato da Trigoria. «Non siamo in grado di capire, poi vi diremo» sarebbe stata la risposta della Lega ma a quel punto nessuno si è reso conto che Diawara non aveva i titoli per giocare, nonostante sia un regolare tesserato giallorosso.
Un caso diverso da Pescara-Sassuolo, dove i neroverdi persero a tavolino per il mancato arrivo in Lega della pec con cui veniva inserito Ragusa sceso poi in campo. Nella circostanza di Verona si tratta invece di una pura svista. In buona fede, sì, ma gravissima. Una volta ricevuta oggi l’ufficialità del provvedimento del Giudice Sportivo, la Roma metterà in moto i legali per il ricorso da proporre alla Corte Sportiva d’Appello e poi, eventualmente, al Collegio di Garanzia. I margini per un successo sono quasi nulli, l’unico vero appiglio può essere la mancanza di spiegazione ricevuta dalla Lega al momento dell’invio dell’alert.
Il discorso sulla buona fede non ha invece alcun peso giuridico, nonostante sia vero che la Roma non abbia tratto vantaggi schierando Diawara dal momento che aveva piena libertà di inserirlo in uno dei quattro posti liberi.
Insomma l’avventura romanista di Friedkin non poteva iniziare in modo peggiore. E adesso, chissà, avrà ancora più chiara una cosa che già lo era: senza un’area sportiva strutturatale difficoltà non arrivano solo sul mercato ma si va incontro a disastri come quello di Verona.
FONTE: Il Tempo – A. Austini