Nel deludente pareggio di Marassi la buona notizia è arrivata sicuramente dalla prestazione di Paulo Dybala, sostenitore del centravanti e trascinatore della squadra. L’argentino è tornato titolare dopo la panchina allo Stadium contro la Juventus, e ha lanciato il giusto segnale sia alla squadra sia a De Rossi che ha applaudito la sua prestazione. Pericoloso in zona gol, importante nella fase di costruzione del gioco e, come detto, nel supporto a Dovbyk. I numeri della partita raccontano tutta la sua importanza nell’undici titolare del tecnico giallorosso. Migliore precisione di passaggi tra le due squadre nei sessantadue minuti giocati, il più alto numero di occasioni create (ben quattro) e di passaggi nella trequarti avversaria (19): segno di tanto lavoro in verticale come ha richiesto De Rossi, e di sostegno al centravanti con cui sta lavorando per migliorare il feeling.
Importante per Dovbyk, anche per liberarlo dalle doppie incessanti marcature, ma soprattutto per l’intera squadra. La sua posizione media di gioco è identificabile sulla trequarti, prevalentemente nella fase di costruzione del gioco e non di finalizzazione. Motivo per cui quando Dybala è uscito, la squadra ha perso lo slancio offensivo e quell’uomo capace di cominciare l’azione, tenere palla e rallentare anche il ritmo con la sua qualità palla al piede. Dybala può migliorare ulteriormente la condizione e rendersi ancora più pericoloso sotto porta, nonostante lo zampino di arbitro e Var che gli hanno negato il diritto di battere quel rigore che si era guadagnato con un ottimo scatto e l’anticipo su De Winter.
L’appuntamento col gol è rimandato e per lui è una novità arrivare alla quinta giornata di campionato senza ancora essere riuscito a sfoderare la “Dybala Mask”. Due gol nelle prime quattro gare della scorsa stagione, altrettanti l’anno precedente: trentaquattro reti totali preziose prima per Mou e per poi DDR che ora punta forte su di lui dopo il dietrofront sull’Arabia. Ora l’Udinese, squadra a cui ha segnato di più (13 gol) in carriera. Insomma, Paulo è carico e pronto a far bene come ha fatto con l’Argentina: «Paulo è un grande giocatore – ha detto ieri Scaloni -. A volte non gioca o resta a casa come accaduto in Coppa America, ma è la vera e propria rappresentazione della voglia di far bene per la propria nazionale e per la propria gente. È difficile trovare giocatori come lui perché è un top player, uno dei migliori».
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi