Daniele De Rossi dopo la sfida contro il Verona, quindi dopo la papera di Rui Patricio sul gol di Folorunsho, aveva rinnovato la sua fiducia verso il portiere portoghese. «Ho deciso le gerarchie quando sono arrivato, anche se non sono eterne». Avrà sicuramente drizzato le orecchie Mile Svilar che da tempo stava lavorando sodo e che con il nuovo tecnico aveva visto l’obiettivo di prendersi la maglia da titolare non solo in Europa League ma anche in campionato. Detto fatto, con il passare delle partite – e degli errori di Rui contro Verona, Salernitana e Inter – aumentavano anche le quotazioni del portiere serbo che invece in allenamento dimostrava sempre di più le sue abilità. Con i guantoni, ma anche con i piedi.
Farelli, il nuovo preparatore dei portieri, è rimasto piacevolmente sorpreso delle qualità del ragazzo, prelevato a zero dal Benfica un anno e mezzo fa, tanto da decidere con De Rossi di meritare non solo un’ulteriore occasione con il Feyenoord, non certo una partita semplice al de Kuip, ma anche in campionato. Pronti, via. Allo Stirpe è stato assoluto protagonista con sette parate e due respinte.
L’intervento più bello sul sinistro a giro di Soulé («Ma che mi ha preso?», ha detto sorpreso l’attaccante in prestito dalla Juventus), ma poi anche le respinte su Kaio Jorge e Mazzitelli che hanno salvato il risultato nel primo tempo e indirizzato la partita a favore dei giallorossi nella ripresa per il suo quarto clean sheet stagionale. Due soli in meno di Rui Patricio che ha giocato però ventiquattro partite. E adesso il portoghese dopo aver visto dalla panchina l’intera Europa League e una partita su due in Coppa Italia, rischia di salutare la Roma a giugno (è in scadenza) da secondo portiere.
Svilar è in grande ascesa e ha già giocato oltre il doppio delle partite della scorsa stagione, quando chiuse il suo primo anno alla Roma con quattro presenze e tanti dubbi. Incertezze (e insicurezze) tra i pali che aveva spinto Mourinho a dare massima fiducia a Rui Patricio nonostante anche lui non sembrasse più il portiere del primo anno nella Capitale. Svilar di fatto nelle ultime stagioni ha giocato molto poco tra Roma e Benfica. Non quello “vero”, bensì la seconda squadra, con la quale ha totalizzato tredici presenze due anni fa, ventuno nei due anni prima e tredici in quello prima ancora.
Poco per un ragazzo che era in rampa di lancio sette anni fa, quando non aveva neanche diciottanni e aveva giocato in Champions League contro Manchester United (andata e ritorno) e Basilea, e aveva totalizzato anche diverse presenze nel campionato portoghese, con la prima squadra. Ora ha la grande occasione di emergere e prendersi definitivamente la porta della Roma. Già a partire dalla sfida di ritorno contro il Feyenoord, poi ancora in campionato fino alla fine della stagione se continuerà con questo rendimento. Adesso sta a lui: il futuro di Svilar passa dalle sue parate.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi