Centrare la qualificazione alla prossima Champions League sarebbe un ancora di salvezza per la Roma, perché i numeri del club non sono incoraggianti. Il debito strutturale è salito a 278,5 milioni, il 30 giugno il bilancio potrebbe registrare un passivo a tre cifre, per non parlare dei mancati introiti derivanti dal botteghino, circa 28 milioni, e il passivo di un’altra ventina di milioni che corrispondono alle tre mensilità spalmate dai calciatori relative all’accordo sugli stipendi. A questo si aggiunge la notizia secondo cui Friedkin sembra essere sempre più lontano dalla Roma, dopo l’ultima offerta di 570 milioni rifiutata da Pallotta.
A questo punto le linee-guida per Guido Fienga e soci sono già tracciate: abbassare il monte-ingaggi di circa il 20%, adottare la politica che prevede, per i nuovi arrivi, un tetto agli ingaggi di 3 milioni netti, dare una sforbiciata alle commissioni degli agenti e dei mediatori e lavorare sulle cessioni, alcune dolorose, come sacrificare i gioiellini Kluivert, Under, Cristante, Riccardi e forse anche uno tra Diawara e Veretout. Tutto questo, però, dovrebbe preservare Pellegrini e Zaniolo.
Intanto Pallotta adotta la strategia del temporeggiamento, in attesa di sapere se i diritti tv saranno stati incassati per intero, se lo stadio a Tor di Valle avrà fatto passi avanti, di conoscere le entrate maturate dalle cessioni e come sarà finito il campionato. Per poi, casomai, sedersi nuovamente al tavolo delle trattative per la cessione del club con Friedkin o qualcun altro.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni / S. Carina