Magari i ruoli, soprattutto in difesa, non corrispondono proprio alle posizioni ideali dei diretti interessati. Ma il campetto che illustra l’undici giallorosso che nelle idee di Pinto dovrebbe far le valigie, regala la fotografia delle difficoltà che la Roma può incontrare sul mercato in entrata.
Anzi, sinora al club va certamente fatto un plauso per essersi mosso con efficacia e puntualità, andando a prendere due calciatori a parametro zero (Aouar e Ndicka) che entreranno a far parte della famiglia di José. Allargata lo scorso anno anche a diversi ragazzi della Primavera che ora, dopo aver debuttato in serie A, si trasformano in asset vendibili per risanare le finanze del club in ottica settlement agreement.
Per il terzo anno, però, Mou ha chiesto almeno 22-23 calciatori intercambiabili per porre fine alle lamentele sulla rosa non all’altezza che spesso hanno caratterizzato, soprattutto nell’ultimo periodo della stagione, i suoi post-gara. Ad oggi, senza nessuna partenza di rilievo, siamo a quota 17 (Rui Patricio, Karsdorp, Celik, Smalling, Ndicka, Mancini, Ibañez, Spinazzola, Zalewski, Cristante, Pellegrini, Bove, Aouar, Matic, Belotti, Solbakken e Dybala) ai quali aggiungere gli infortunati Kumbulla e Abraham nel corso della stagione, un difensore centrale (il rientro di Llorente è molto vicino), El Shaarawy (alle battute finali la questione rinnovo), un centravanti titolare, un centrocampista e un esterno a tutta fascia dal mercato.
Poi è chiaro, si può sempre crescere. Disquisire sul fatto se la catena di destra (Karsdorp–Celik) sia migliorabile o meno. O se in avanti, al posto di Solbakken (e Belotti), non si possa arrivare ad un attaccante con caratteristiche diverse e più gol nelle gambe. Valutazioni che non faranno cambiare il modus-operandi: uno entra soltanto se uno esce.
Diverso invece il discorso per l’undici in partenza. A Trigoria per i vari Svilar, Viña, Missori, Reynolds, Perez, Tahirovic, Villar, Darboe, Volpato, Shomurodov e Kluivert l’avventura è agli sgoccioli. Il viaggio di Pinto a Londra la scorsa settimana è stata propedeutica per imbastire una trattativa con il Bournemouth per l’attaccante olandese e il difensore uruguaiano. Volpato e Missori sono vicini al Sassuolo per una decina di milioni, Darboe sarà mandato in prestito per recuperare l’ultimo anno perso per l’infortunio.
Serve però fare presto. La dead-line del 30 giugno si avvicina e la Roma, per gli accordi presi con la Uefa (relativamente al bilancio, considerando che l’ultimo a disposizione si è chiuso a -219,3, gli obiettivi intermedi debbono far sì che entro il 2025-26 il deficit non sia superiore ai 60 milioni), deve rientrare in questo primo step di 28 milioni di plusvalenze.
I primi 5 sono arrivati ieri, con il club che ha chiuso la cessione di Tahirovic per 5 milioni all’Ajax (più altri 3,5 legati ai bonus, garantendosi una percentuale del 15% sulla futura rivendita). Una scelta, quella di privarsi dei ragazzi lanciati da Mourinho, che somiglia molto ad un’esigenza. Gli altri, infatti, ad oggi hanno poco mercato. Chi vuole i vari Villar, Perez, Shomurodov e Viña, ha tutto l’interesse ad attendere per provare a fine sessione a prenderli in prestito secco. Scenario che la Roma non può permettersi. Purtroppo per lei, l’Uefa non aspetta.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina