Delle quattro partite tra Roma e Bodo Glimt una soltanto era senza domani e José Mourinho ha vinto quella partita. Anzi, l’ha dominata. Lui la mente, Nicolò Zaniolo il braccio. I giallorossi restano l’unica italiana in corsa nelle Coppe europee e, anche se parliamo di Conference. Nella semifinale (28 aprile e 5 maggio) la Roma affronterà il Leicester, che ha rimontato il PSV Eindhoven. Sarà calcio vero, non un succedaneo.
Si scontravano numeri pesanti: il Bodo non perdeva da 38 partite e l’ultima sconfitta risaliva al 5 agosto, nel preliminare di Conference League (comunque superato tra andata e ritorno) contro i kosovari del Prishtina. Da lì 26 vittorie e 12 pareggi, compresi i successi 6-1 e 2-1 contro la Roma e il pareggio 2-2 all’Olimpico nel girone di qualificazione.
Per Mou, invece, 10 passaggi del turno su 10 quarti di finale giocati e per la Roma all’Olimpico 17 risultati utili consecutivi nelle Coppe europee. Le cifre le ha ritoccate verso l’alto solo il club giallorosso, alla terza euro-semifinale nelle ultime cinque stagioni, dopo quella di Champions del 2018 e quella di Europa League dell’anno scorso.
Abraham ha segnato in fretta il primo gol, mettendo la pressione addosso all’avversario; il primo tempo è finito 3-0 e il risultato è sembrato persino stretto. Mou è stato maniacale nei dettagli per preparare la squadra. Tre le parole d’ordine. La prima: sfruttare le palle inattive, ormai marchio di fabbrica, e il gol di Abraham (ottavo nella competizione, numero 24 in stagione) è nato da un corner.
La seconda: cambiare gioco da destra a sinistra e da sinistra a destra, per scompaginare il pressing dei norvegesi. La terza: colpire con il minor numero di passaggi. Il secondo gol è stato un capolavoro a un tocco tra Cristante, Abraham e Pellegrini, il terzo è nato da una fuga in campo aperto di Zalewski e il quarto da un lancio lungo di Cristante. Prima di arrendersi alla stanchezza, Zaniolo li ha santificati con la sua tripletta.
Sì, perché si possono (e si devono) preparare gli schemi migliori ma poi servono gli interpreti. La scelta di Zaniolo, caricato a pallettoni fin dal primo pallone giocato, è stata il capolavoro di Mourinho. Vanno in soffitta le tre partite precedenti, la rissa di una settimana fa e la polemica sul campo sintetico. La cavalcata del Bodo resta eccezionale, ma ieri l’Olimpico è sembrato per loro un vestito di tre taglie più grande.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri
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