Bologna è un po’ casa nostra, sia nel numero assoluto, sia riducendo lo sguardo magari agli ultimi anni. Diciamo che delle diciannove sfide disputate al Dall’Ara in questo millennio, più della metà, dieci per la precisione, sono terminate con una vittoria della Roma, cinque in parità e solo quattro con i padroni di casa a festeggiare.
Nel 2020 segnò Dzeko all’ultimo respiro, nel 2021 senza il conforto del pubblico Fonseca umiliò il compianto Mihajlovic (oggi allo stadio sarà presente la vedova per un ricordo che unirà le due tifoserie) con un 5-1 senza equivoci, nel dicembre dello stesso anno fu però lo stesso Sinisa ad esultare contro Mourinho (fu la penultima delle loro sfide, prima del ritorno finito in parità) per un 1-0 pieno di polemiche, quando Mourinho consigliò Zaniolo di lasciare l’Italia per ritrovare un po’ di serenità con gli arbitri, mentre l’anno scorso invece finì senza reti, con la Roma al risparmio visto che la partita capitò in mezzo alle due semifinali di Europa League con il Bayer Leverkusen.
Ma chiudendo gli occhi tornano in mente alcune splendide sfide negli anni d’oro intorno allo scudetto del 2001 e persino la più bella prestazione dell’anno di Luis Enrique, una sinfonia strepitosa che portò a un 2-0 senza discussioni prima di Natale 2011 contro il Bologna allenato da Pioli. Insomma lo stadio si presta e non spaventa.
Bisognerà vedere come la Roma riuscirà ad assorbire la prima uscita senza tutte e due le stelle dell’attacco da tanto tempo. L’ultima volta accadde il 1° settembre, una delle più brutte partite della stagione, in casa contro il Milan, con Lukaku appena sbarcato e portato in panchina, e Dybala in infermeria proprio come oggi.
Della formazione leggerete accanto, Belotti sarà al centro dell’attacco, con lui forse Pellegrini, al rientro dopo la sosta ai box per l’inutile sfida con lo Sheriff e desideroso di riprendersi un po’ i suoi spazi nella considerazione presso i tifosi dopo un avvio di stagione troppo condizionato dagli infortuni e non solo.
Da quel Roma-Milan estivo la squadra è sicuramente più compatta, il miracolo che si rinnova ogni anno di Mourinho che miscelando gli elementi a sua disposizione riesce a tirar fuori sempre qualcosa di nuovo – anzi d’antico e di sapore testaccino – si è ripetuto anche stavolta, con i senatori che tirano il gruppo e il giovani che s’inseriscono con spavalderia, fieri di essere chiamati anche loro a recitare in un proscenio tanto nobile.
In settimana Roma ha scoperto anche Pisilli, poi magari toccherà a Mannini. Cherubini e Joao Costa e poi così all’infinito perché dietro c’è chi lavora bene (dal mai troppo citato Bruno Conti agli altri responsabili fino a Guidi, l’allenatore della Primavera) e davanti chi quel lavoro sa valorizzarlo.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco