L’Oscar del genio del giorno lo vince il titolare di un negozio che ieri, dopo pranzo, ha chiuso baracca e burattini e si è presentato a Ciampino. Sono le 17.40 quando l’aereo guidato da Dan Friedkin tocca il suolo italiano. Passano 9 minuti quando Lukaku, look nero e scarpe bianche, scende dalla scaletta dell’aereo. Si mette la mano sul cuore, fa il pollice in su, ringrazia tutti, sfila tra tifosi e giornalisti di mezza Europa.
Oltre agli italiani ci sono inglesi, belgi e americani ma nessuno ha modo di avvicinare il giocatore: lui resta in pista, le reti impediscono qualsiasi contatto. Ai tifosi poco importa: per loro, soprattutto per le centinaia di bambini presenti, l’importante è che Lukaku sia a Roma. Ci sarà tempo per abbracciarlo: venerdì all’Olimpico, anche se non giocherà, a meno che il club non organizzi qualcosa prima. Ieri, subito dopo l’arrivo, Lukaku è andato a Villa Stuart e poi in un hotel nel cuore di Roma, a due passi dal Colosseo e dal Circo Massimo.
Con lui né la mamma né i figli lo raggiungeranno, ma un paio di amici e collaboratori. A portare tutti in Italia è il presidente Dan Friedkin a bordo del suo aereo privato, con i rivestimenti interni marrone chiaro e i sedili grigi. Erano seduti, oltre a Lukaku e al suo team, tutti i protagonisti del blitz londinese: il gm Tiago Pinto, il vice presidente Ryan Friedkin, la Ceo Lina Souloukou e la donna dei conti Anna Rabuano. Quando sono scesi dall’aereo applausi anche per loro: qualche coro scherzoso a Pinto “portaci un portiere“, ovazione per Dan e Ryan Friedkin, applausi per le due professioniste che sono state determinanti nel far quadrare i conti.
Scene di ordinaria follia di una giornata che di ordinario non ha avuto niente: i fumogeni giallorossi a ridosso di una pista aerea, non proprio l’ideale, le auto purtroppo danneggiate dai tifosi che si sono messi in piedi per vedere meglio, i bimbi in braccio ai genitori che chiedevano: “Restiamo anche se piove?”, i ragazzini con la maglia Matic che, grazie a un po’ di ingegno diventava Big Rom, e l’enorme risonanza mediatica di un arrivo che, fino a pochi giorni fa, sembrava impensabile. E, invece, da ieri è realtà.
Almeno per un anno, tanto è la durata del prestito oneroso dal Chelsea, Lukaku sarà un giocatore della Roma. Poi si vedrà. Nessuno, in questo momento, vuole pensare al futuro. Perché il presente è troppo bello. E sarà per questo che, alla fine, la pioggia un po’ stile inglese, perfetta metafora delle ultime settimane di Lukaku, lascia spazio al sole. Quando poi prende l’Appia per andare a fare le visite spunta pure l’arcobaleno. Non poteva che finire così.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi, C. Zucchelli
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