Durante i festeggiamenti di Tirana, Rui Patricio si è lanciato sul pallone prima che lo raccogliesse da terra l’arbitro. Ha compiuto – a tempo scaduto – l’ultima “parata” dentro una notte da sogno per lui e per la Roma, condita da almeno un paio di “miracoli” per salvare la squadra dagli assalti del Feyenoord a inizio ripresa.
È stato l’unico intervento non decisivo ai fini del risultato, ma fondamentale per far felice il figlioletto Pedro, che ha tifato dagli spalti dell’Arena Kombëtare con la promessa di ricevere in cambio almeno un cimelio della vittoria. Oggi quel pallone si trova nella sua villa di Casal Palocco. (…)
C’è poi un altro dato della stagione di Rui Patricio che impressiona: il numero complessivo di parate. Sono state 106 (come Cragno del Cagliari), per restare al solo campionato. Meglio di lui hanno saputo fare solamente Vicario dell’Empoli, Skorupski del Bologna, Sirigu del Genoa, Provedel dello Spezia e Consigli del Sassuolo.
Uno di questi è retrocesso (Sirigu), gli altri 4 hanno concluso la Serie A con le rispettive squadre dall’undicesima posizione in giù, confermando la vecchia storia che i portieri maggiormente impegnati sono quelli delle cosiddette piccole.
Rui spicca in questa graduatoria nonostante la Roma abbia lottato tutto l’anno per obiettivi decisamente più ambiziosi: è il termometro per misurare il suo impatto. Guardiano dei pali e leader autorevole, la Roma sarà ancora nelle sue mani.
FONTE: Il Corriere dello Sport
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