Una stagione, fin qui, votata alla causa Roma e la terza pausa nazionali trascorsa a Trigoria: è un anno strano per De Rossi, il primo lontano dalla maglia azzurra (il ct Mancini lo tiene in considerazione e quando salirà il livello delle partite potrebbe dover ricorrere alla sua esperienza) e anche l’ultimo – da contratto – in giallorosso. La vita del Daniele calciatore è cambiata, a 35 anni sta facendo i conti con un fisico che ne ha passate tante e ora richiede una cura maggiore, ma soprattutto più riposo. Da tempo soffre di un problema al ginocchio, una ciste sul menisco esterno fa scattare, di tanto in tanto e sempre più spesso, un piccolo allarme: l’articolazione si infiamma rendendo complicata una banale corsa. Ecco perché durante le soste De Rossi scende di rado in campo e rimane sul lettino del fisioterapista, sperando che il giorno successivo sia migliore. In più, una razione extra di potenziamento muscolare in palestra che ha sempre effetti benefici per sostenere il ginocchio.
Ora Daniele sta meglio, da domani alla ripresa punta a riaffacciarsi gradualmente, magari per entrarci stabilmente verso fine settimana prima della partenza per Udine, anche se il suo vero obiettivo è giocare col Real o, al più tardi contro l’Inter di Spalletti. In questo momento il giocatore, Di Francesco e la società non possono far altro che gestire la situazione, evitando sovraccarichi e gare ravvicinate, al netto della voglia del capitano di essere sempre al suo posto, in cabina di regia, soprattutto nelle sfide che contano. A Napoli non voleva mancare anche se veniva dalla frattura al dito del piede, ma ha retto 43 minuti, costringendo Di Francesco a usare subito un cambio, e da lì non si è più visto, ha saltato Fiorentina, Cska Mosca e Sampdoria. Si è già perso 5 partite su 16 quest’anno, senza contare quelle dell’Italia, e si dovrà dosare fino al termine della stagione, quando si ritroverà di fronte ad una scelta. Perché andare avanti così sarebbe limitante per lui e per la Roma. De Rossi dovrà fare una riflessione seria sul suo futuro, è probabile che si sieda a parlarne con Monchi nella seconda metà del campionato, quando avrà pure le idee più chiare sulla sua condizione fisica e a quel punto, se vorrà prolungare la sua carriera da calciatore, e così dovrebbe essere salvo ripensamenti, dovrà risolvere questo problema cronico. La soluzione c’è, solo che non era attuabile a stagione iniziata, perché si sarebbe dovuto fermare per almeno un mese e mezzo: il numero 16 potrebbe sottoporsi ad un intervento di pulizia al ginocchio sinistro a maggio e sfruttare le vacanze per la riablitazione. Sarebbe pronto per il ritiro estivo, ci sta pensando. Ammesso che non voglia anticipare l’inizio della sua seconda vita da allenatore.
Ieri a Trigoria, nonostante il giorno di riposo, si sono visti Manolas, Pastore, Marcano e Santon. I primi due sono reduci da infortuni più seri e sono stato rivalutati dai medici. Confermata la distorsione di primo grado per il greco: puó farcela per il Real. L’argentino reduce dalle cure a Barcellona intanto punta a rientrare presto in gruppo, come hanno già fatto Perotti e Karsdorp (entrambi convocabili per Udine), lo stesso farà in settimana Luca Pellegrini.