Se è vero che il tempo è galantuomo i tifosi della Roma oggi, numeri alla mano, possono puntare una fiche su Artem Dovbyk. “Buoni o cattivi, non è la fine”, cantava Vasco in una hit dei primi anni Duemila, mentre l’attaccante ucraino muoveva i primi passi nel calcio, da ragazzino. “Prima c’è il giusto o sbagliato”. Sì, perché hanno detto di tutto a Dovbyk nella Capitale, ma l’accusa che va più di moda è che è troppo buono.
Che non è cinico. O che non sorride e che non gioisce quando fa gol. Che la sua stagione potesse essere migliore è un’affermazione sempre vera, per qualunque calciatore per altro. Specie di una squadra che secondo alcuni ha addirittura sfiorato la retrocessione, mentre secondo altri si può giocare le sue carte per la Champions League. Non è stato costante, quindi, come molti suoi compagni. (…)
Buono o cattivo, si diceva anche di Dzeko. Facile il paragone, più extra calcistico o fisico che tecnico, con un biondo attaccante che veniva dall’est e che qualche punto in comune con il buon Artem ce l’ha. Che fosse molto serio – e con una testa molto diversa dallo stereotipo del calciatore – l’hanno detto anche a Edin, che la guerra pure ce l’aveva, anche se nel suo passato e non nel presente come Dovbyk. Quel Dzeko difeso da De Rossi – emulato da Gianluca Mancini proprio con il numero 11 giallorosso giusto una settimana fa – dai mugugni di (troppo di) qualche tribuna.
Una fiche allora se la gioca anche Ranieri, che l’ha spronato già diverse volte da quando è tornato sulla panchina della Roma: bastone e carota, as usual Sir Claudio, che chiede maggior cinismo e maggior gioia, ma che ammonisce che Artem va coccolato. Se ride poco non sarà che anche lui sa che può dare di più? Ci scommette anche Ranieri perché alla sua qualità – oltre che all’investimento ingente fatto in estate – non vuole rinunciare, specie in una fase cruciale della stagione in cui mancherà l’asso di coppe e di tutta la primiera, Paulo Dybala. (…)
Per fortuna e bravura di Ranieri è diventato proponibile anche Shomurodov e anche se quanto ai gol il peso ricadrà praticamente tutto su Dovbyk, che ha le spalle larghe in tutti i sensi ed è pronto a prendersi la responsabilità, sapere che può rifiatare, paradossalmente lo tutela anche. In troppi dimenticano che nell’annus horribilis della Roma mister 15 gol, 4 assist, svariati pali e gol annullati sta anche convivendo con qualche malanno fisico di troppo, come il fastidio al ginocchio operato anni fa.
In questa sosta Fifa si è ripreso da un attacco febbrile che gli ha impedito di scendere in campo nella prima delle due partite della sua nazionale e ieri è andato in campo nel secondo tempo contro il Belgio di Saelemaekers (entrambi i romanisti sono entrati al 69’) e contro il suo predecessore in giallorosso Lukaku (che finora in stagione in Italia ha numeri peggiori…), mattatore della serata con una doppietta nel 3-0 sull’Ucraina che ha ribaltato il risultato dell’andata e consegnato alla squadra di Garcia la qualificazione negli spareggi. (…)
FONTE: Il Romanista – G. Fasan