“Vediamo se stavolta azzeccate la formazione. Non la sa nessuno, nemmeno il mio staff“. José Mourinho lancia la sfida in conferenza stampa, facendo capire di essere infastidito dalle indiscrezioni che avevano svelato in anticipo le strategie delle partite precedenti. Stavolta è stato obbligato a improvvisare anche lui, a causa del forfait di Cristante che potrebbe modificare le scelte sul modulo e sugli uomini.
Quando ha parlato di “lavoro da buttare nella spazzatura” non bluffava. Senza la mazzata del virus, la Roma avrebbe affrontato il Genoa con il 3-4-1-2 di Venezia, con l’unico ballottaggio in attacco tra Shomurodov e Zaniolo. Così invece qualcosa dovrà essere sistemato, rivisto, reinventato. Tanto che nella situazione di allarme rosso, Mourinho ha chiesto a Chris Smalling di accelerare il rientro: con un solo allenamento vero nelle gambe, Smalling torna tra i convocati dopo 50 giorni. Resta ovviamente da capire se e quanto potrà dare alla squadra.
Difesa a tre o a quattro? Stavolta la distinzione sarà sottile. Perché è probabile che Ibanez sia chiamato al doppio ruolo, centrale sinistro in fase di impostazione e terzino quando si tratta di difendere. È più importante capire gli unici di partenza, per immaginare la filosofia. Con Mkhitaryan che sembra (sembra) ancora fuori dai giochi, nell’ipotesi più aggressiva la Roma giocherebbe con un 4-4-2 facilmente mutabile in 3-4-1-2: Zaniolo a destra, El Shaarawy a sinistra, Pellegrini mezz’ala con Veretout e doppio centravanti in attacco.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida