L’azzardo aveva pagato con il Sassuolo, mentre a Verona si è rivelato controproducente. All’annuncio delle formazioni, in molti sono rimasti sorpresi: per la prima volta José Mourinho schierava insieme dal primo minuto Abraham e Shomurodov, rinunciando all’ammaccato Mkhitaryan e al tarantolato El Shaarawy. La scelta mirava probabilmente ad aggiungere peso offensivo, per limitare le scorribande di Faraoni e disegnare una Roma d’assalto. Ma l’esperimento, che poche settimane fa lo stesso Mourinho aveva definito rischioso per l’equilibrio tattico generale, a conti fatti è fallito. Shomurodov è stato il peggiore in campo e lo stesso Abraham non è mai entrato in partita: in due non hanno fatto nemmeno un tiro in porta.
Nelle precedenti giornate, la Roma aveva giocato quasi sempre con gli stessi undici. L’unico cambio, forzato dalla squalifica di Zaniolo, era stato Carles Perez a Salerno. Nel finale poi Mourinho ha mescolato le carte, cercando una soluzione che alla Roma non aveva mai proposto: la difesa a tre, con l’inserimento di Smalling ad affiancare Mancini e Ibanez. È diventato un 3-5-2 ultra offensivo con il solo Cristante a fare da schermo a centrocampo, in mezzo a Mkhitaryan e Pellegrini che si erano adattati al ruolo di mezz’ala, e addirittura attaccanti esterni a tutta fascia, Carles Perez ed El Shaarawy, che si sono smarriti nel traffico.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida