Tre punti pesanti, che arrivano direttamente dal Polo Nord. A una Roma piena zeppa di assenze è bastato il gol di Solbakken per piegare il Verona e allungare sull’Atalanta nella corsa Champions. Il norvegese ha sfruttato un bell’assist di Spinazzola (tornato ai suoi livelli) incrociando quel tanto che basta per battere Montipò a un passo dal fischio della fine del primo tempo. Nella ripresa la Roma ha sofferto solo una manciata di minuti, poi i cambi di Mourinho hanno ridato equilibrio a una squadra che ha fatto a meno di Dybala, Pellegrini, Matic e per oltre 70 minuti di Abraham uscito dopo un quarto d’ora per una brutta botta all’occhio sinistro rimediata in uno scontro con Mancini (suturata la palpebra inferiore). Il bis poteva arrivare nella ripresa con Belotti ma il miracolo di Montipò ha allungato la sofferenza.
A fine partita Mourinho ha raccolto la squadra in cerchio con un discorso alla Al Pacino in vista della sfida al Salisburgo. Intanto si gode il terzo posto e fa scudo: «Hanno vinto tutti. Con spirito di gruppo e spirito di sacrificio. Giocando bene contro il Verona che ha uno stile di gioco difficile. Solbakken sta imparando ora a giocare con noi. El Shaarawy lo fa fino al limite delle sue forze. Grande partita di Belotti. È una squadra vera e penso che la gente non gli dà quello che merita». Si riferisce ai tifosi: «Decisivi col Salisburgo? Dipende. Come il Bodo, lo stadio vince da solo. Come oggi non lo so. È un peccato che un ragazzo che perde un pallone, riceve gli fischi. La gente non capisce la dimensione di quello che stiamo facendo. Bove io lo porterei in braccio ogni giorno, tifa la Roma più di loro. Io non ho bisogno di parole belle perché sono vecchietto, ma loro si. Io devo essere criticato. Se ho sbagliato con Karsdorp, chiedo scusa».
FONTE: Leggo – F. Balzani