AbracadAbraham. Dai, è una magia. Solo così si può spiegare qualcosa che le statistiche e le prospettive del calcio non avevano mai calcolato. Ma è successo davvero? Due assist al debutto nella Roma, tutti e tutti riabilitati grazie al Var, dopo un paio di allenamenti individuali a Trigoria. Signore e signori, ecco a voi Tammy Abraham: un grande attaccante è atterrato prima del previsto sulla Serie A.
“È pronto” aveva annunciato Mourinho in conferenza stampa. Ma nessuno lo aveva preso alla lettera. Lo aspettavi in panchina, pronto ad assaggiare un rodaggio di mezz’ora, invece Abraham si è preso la partita e la scena con la forza leggiadra di cui dispone. Un impatto esplosivo.
Una palla rubata dopo nemmeno tre minuti ha accesso il primo boato della folla. E quando ha fatto espellere Dragowski, è stato come un gol. Che lui stesso ha celebrato, animando i tifosi con le braccia. Ma il meglio deve ancora venire. Quando ha accarezzato sul piedino Mkhitaryan, chiedendogli solo di spingere la palla in rete, ha immediatamente protestato perché si era reso conto che il fuorigioco segnalato dal guardalinee Rossi non c’era. “Please, please, please” ha sussurrato tre volte, sperando che il Var cancellasse l’errore. È stato accontentato.
Il rito propiziatorio si è ripetuto nella ripresa, stavolta sotto alla Curva sud trepidate, quando è scattato sl filo delle linee elettroniche per disegnare il secondo assist, a Veretout. Ed è un peccato che la traversa gli abbia tolto senza possibilità di equivoco la felicità della prima rete in Serie A – su una divina giocata di Pellegrini – e che la sua partita sia finita all’improvviso per un fastidio muscolare.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida