Abraham c’è e i romanisti possono tirare un sospiro di sollievo. L’ha confermato Mourinho ieri in conferenza stampa: gli è bastato dire “Abraham sta bene” per far sentire tutti i tifosi un po’ meno soli nelle loro paure, alleviando la preoccupazione causata dall’assenza di Zaniolo. Averlo o non averlo, per José e per la squadra, fa tutta la differenza del mondo visto che fin qui in campionato non c’è mai stata Roma – a parte la gara di campionato contro l’Inter, in cui era squalificato – senza il 24enne di Londra.
Per lui, recuperato dopo il dolore alla coscia sinistra accusato a Milano e smaltito tra venerdì e ieri, parlano i numeri: 17 gol in 32 presenze, alla media di un’esultanza ogni 146 minuti. Contando pure gli assist (4) e i passaggi chiave, Abraham ha messo lo zampino nel 33% dei gol stagionali della Roma (1 su 3), oltre a essere il sesto calciatore della Serie A per tiri in porta (27) e il settimo per tiri totali (65).
Abraham è appena sbarcato sul pianeta Roma, ma si sente già un leader. Uno di quelli che dovrà aggiungere mentalità nei momenti in cui latita, spiegando ai meno esperti come si lavora per conquistare dei trofei. E contro il Sassuolo ha un conto aperto: nella partita d’andata, quella decisa da El Shaarawy all’ultimo respiro, ha colpito uno di quei pali che a inizio stagione sembravano davvero essere maledetti per lui.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota