Il bambino Matias Soulé è sbarcato a Roma ieri sera, intorno alle 22. Ad accoglierlo all’aeroporto di Fiumicino – oltre a un acclamatissimo Ghisolfi – un bel po’ di tifosi in delirio, circa trecento, che hanno sfidato il caldo umido romano e ora possono immaginare i duetti tra Matias e il suo amico Dybala, e ieri hanno fatto partire i primi cori, uno anche indirizzato al ds giallorosso: «Portaci Dovbyk»; il gigante, appunto Artem Dovbyk, è atteso invece in settimana, ma quello dipenderà molto dal Girona, il club che del suo cartellino è, magari per poco, ancora proprietario. (…)
De Rossi ora aspetta il centravanti, che sia diverso da Dybala. E Dovbyk lo è: per struttura fisica, per caratteristiche tecniche. Il paragone con Dzeko ha senso, se parliamo di qualità fisiche: Edin è un destro e amava giocare sulla trequarti, Artem è un sinistro e gli piace l’area di rigore, quanto alla carriera c’è da aspettare un po’.
Però sì, parliamo di un calciatore di quel tipo lì: forte in area, bravo a giocare anche in profondità, abile sotto porta e lo dimostrano i suoi ventiquattro gol segnati nello scorso campionato spagnolo e che lo hanno portato a vincere la classifica dei cannonieri (per due volte vinta in Ucraina).
Daniele vuole un calciatore di peso e come al solito, con fame e ambizione selvaggia. E lui ne ha, visto che a ventisette anni ha raggiunto pochi successi di squadra, un campionato e due coppe di Danimarca e con la nazionale ucraina riesce a togliersi poche soddisfazioni, l’Europeo non è stato un granché.
FONTE: Il Messaggero