Non solo voglia, ma «necessità di vincere». Cominciando da stasera a Reggio Emilia contro il Sassuolo per non mollare il secondo posto e magari tentare il sorpasso alla Juve lontana solo 2 punti. «Noi abbiamo bisogno di vincere. Qui si lavora bene, ma Roma ha bisogno di vincere e di fare risultati. Dobbiamo mandare un messaggio chiaro: finché c’è da ballare, balliamo. Chi rende onore alla Roma bene, altrimenti via. Fuori», il monito di Spalletti. Il tecnico – apparso subito teso per le polemiche con parte della stampa – sa che a Roma non si vince un trofeo da troppo tempo, ma sa anche che sarà difficile espugnare il Mapei Stadium (il Sassuolo in casa ha perso solo a tavolino col Pescara) dopo il San Paolo: «Di Francesco era il mio team manager dieci anni fa, quando gli davo le formazioni lui sbirciava, era già un allenatore. Sarà dura perché il Sassuolo è una squadra forte e ben organizzata, con attaccanti rapidi e con giovani che hanno possibilità di crescere con calma». Tra loro molti prodotti del vivaio giallorosso (Antei, Pellegrini, Mazzitelli, Ricci e Politano). «Perché la Roma li ha ceduti? Ci sono delle situazioni di cui dovrebbe parlare Sabatini. Io ho scelto i titolari, poi alcuni sono voluti andare a giocare altrove per avere più continuità. Alcuni poi ti portano dei soldini e altri no, e vanno valutate anche queste cose. Stesso discorso vale per Ljajic e Iago Falque. Iturbe e Gerson via a gennaio? A dicembre faremo un controllo della rosa e decideremo cosa fare con loro».
A giugno, invece, si discuterà il futuro del tecnico: «La penna del mio rinnovo ce l’hanno i calciatori, se non fanno bene è perché li ho allenati male io e si deciderà tutto in base ai risultati». Tra i convocati, dopo quattro mesi, torna Rüdiger («è un leoncino in gabbia, ma non potrà partire dal primo minuto») mentre Strootman «giocherà dall’inizio perché ha nelle gambe almeno un’ora». In attacco i due Faraoni Salah ed El Shaarawy alle spalle di Dzeko che insegue Batistuta (10 gol nelle prime 10 giornate). Palmieri in vantaggio su Jesus. Prima della conferenza Spalletti ha replicato all’Ordine dei Giornalisti: «La libertà di stampa c’entra ancora meno delle galline del Cioni con quello che volevo dire, a volte mi è parso di notare interpretazioni personali, tutto qui. La libertà di stampa guai a chi me la tocca».