Come la Roma, anche il Parma è tornato baldanzoso alla ripresa del campionato vincendo la sua partita contro una genovese (addirittura 4-1 in casa del Genoa) ma poi ha via via visto spegnersi gli entusiasmi a causa di tre sconfitte consecutive che hanno ridimensionato la sua classifica. Nessuno, però, da quelle parti si sogna di mettere in discussione D’Aversa, allenatore che all’andata qualche problema a Fonseca l’ha creato, riuscendo a vincere una delle due sole partite in cui la Roma nella prima parte del campionato dovette arrendersi.
La rivincita Fonseca contro gli emiliani se la prese in Coppa Italia, a metà gennaio, presentando per la seconda volta in stagione la difesa a tre, proprio per ridurre le sorprese a cui rischiava di andare incontro se si fosse ripetuta, dal punto di vista tattico, la gara di campionato. In realtà quella sera il Parma schierò diverse riserve e in qualche modo facilitò il compito della Roma, che poi fu eliminata subito dopo dalla Juventus. In campionato la partita andò di traverso.
Proprio come l’Atalanta, la prima a battere la Roma quest’anno, il Parma mise a nudo i difetti che già allora si cominciavano ad intravedere nella strategia tattica della Roma che il tecnico aveva in mente. Troppi spazi tra terzino e centrale, difesa troppo esposta nelle transizioni, qualche incertezza nelle marcature preventive, e con due ripartenze ben piazzate il Parma portò a casa il risultato pieno.
Ma quel giorno la Roma arrivò alla sfida molto stanca, al culmine di una serie di impegni tra campionato e coppa che costrinsero l’allenatore a schierare una squadra che, a causa degli infortuni, per otto o nove undicesimi fu sempre la stessa. La medesima stanchezza che c’è adesso, ma questo è un problema di tutti dopo la ripartenza: la questione più delicata a Trigoria, invece, come ha denunciato l’allenatore proprio ieri, è la fragilità mentale.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco