La volontà di potenza è un concetto di Nietzsche che, riassunto brutalmente, esprime la forza interiore dell’uomo di superare sé stesso per crescere. Parafrasando la filosofia, in qualche modo quest’idea si lega bene a Matias Soulé e alla “sua” Roma. Ne aveva tanta l’argentino quando la Juventus lo ha venduto ai giallorossi dopo la prima vera annata da grande col Frosinone, che fosse in vesti di voglia di rivalsa o semplice desiderio di sbocciare definitivamente con De Rossi in panchina e al fianco dell’idolo Dybala. Superare sé stessi significa anche andare oltre le difficoltà e il 22enne argentino si è trovato a doverlo fare quando nella Roma crollava tutto e si provava a ricostruirlo sbagliando sistematicamente a chi affidarsi e non soltanto in panchina. (…)
Quando infine lo ha più volte definito il “futuro della Roma”, forse proprio perché nella sua qualità e nei suoi occhi aveva visto la volontà di Matias, magari non pensando proprio a Nietschze, o magari sì. Conta poco, resta il fatto che insegnandogli anche un nuovo ruolo (esterno di centrocampo nel 3-5-2) Sir Claudio ha fatto sì che Soulé potesse essere finalmente protagonista, che la Roma potesse contare su di lui nel rush finale, che Matias, appunto, potesse autoaffermarsi anche oltre le promesse e gli investimenti fatti per lui. (…)
Il neo tecnico romanista ha dichiarato subito di puntare su di lui e sulle sue qualità realizzative, mettendolo in quel ruolo che sembra disegnato apposta per lui, dietro alla punta, partendo un po’ largo per accentrarsi e inventare sul mancino. Se alla non solo filosofica volontà di potenza, si aggiunge la libertà tattica e calcistica ecco che un talento come quello di Soulé capisce e vuole prendere ancora di più il volo. Adesso più di prima Matias sa quanto può essere importante: si è visto già nei primissimi allenamenti, si è sentito dalle sue parole sempre umili ma non per questo non ambiziose, si è visto anche in partita.
Le azioni offensive passano spesso per lui, che non esita a puntare l’uomo o a correre dei rischi, perché è quello che gli chiede l’allenatore e che lui sa di poter fare come pochi altri. Così è stato probabilmente il più brillante del precampionato, ha segnato al Cannes, ha sfiorato un eurogol con l’Aston Villa anche quando la squadra ha faticato tanto e ha colpito l’Everton. A poco meno di un anno dall’arrivo a Trigoria sabato contro il Neom tornerà a Frosinone dove ha iniziato a brillare e poi sarà la volta di fare sul serio, di diventare nel presente il futuro della Roma sempre più sua, come gli ha detto Ranieri. Tra “volontà di potenza” e libertà tattica, tra calcio e filosofia, tra consapevolezza e responsabilità. (…)
FONTE: Il Romanista – L. Frenquelli











