In piena zona Mourinho, quel fazzoletto di minuti finali in cui la Roma quest’anno ha trovato gol, vittorie e, ieri, persino una qualificazione, la Roma ha conquistato i quarti di Conference League insieme con altre due olandesi (Psv e Feyenoord), una inglese (Leicester), una francese (il Marsiglia di Pau Lopez, Ünder e Gerson), una ceca (lo Slavia Praga), una greca (il Paok) e con i vecchi amici norvegesi del Bodø Glimt, con cui c’è un conto ancora aperto.
Con il ventunesimo gol stagionale di Abraham la Roma ha pareggiato il gol ad inizio secondo tempo di Wittek e evitato anche di appesantire ulteriormente i muscoli in vista del derby di domenica: pochi secondi ancora e la Roma sarebbe stata costretta a giocarsi la qualificazione ai supplementari, vero spauracchio per squadra, Mourinho e pure per i tifosi, ancora una volta arrivati in massa all’Olimpico (40.000 e spicci) e desiderosi ovviamente di chiudere al 90° la questione.
Grande delusione invece per gli intemperanti tifosi olandesi: ce n’erano diverse centinaia nel distinto tra la Monte Mario e la Nord e al gol del vantaggio di Wittek si sono precipitati alla vetrata per insolentire i tifosi romanisti che peraltro non erano nel settore attiguo, ma un settore più là, dopo uno spazio vuoto a far da cuscinetto. Ma alla fine hanno esultato i romanisti, felici per il doppio scampato pericolo.
Il primo tempo è stato una partita a scacchi con la Roma che non voleva scoprirsi ma gestiva il pallone con disinvoltura fino alla trequarti e il Vitesse nel suo solito 352 piuttosto mobile, che attendeva senza scomporsi e ripartiva palleggiando, confidando nel tempo come se il vantaggio dopo l’andata fosse per loro, e tatticamente provava a confondere le idee come Letsch aveva già fatto all’andata, cambiando le posizioni dei giocatori, con Bazoer che partiva centrale e si apriva a destra in impostazione, o Dasa, l’esterno a cui piace fare il regista, che da destra andava in mezzo al campo, così poi in fascia saliva il macchinoso Huisman, ma i romanisti stavolta opportunamente istruiti scambiavano velocemente le marcature o restavano a uomo con una azzeccata gestione secondo buon senso.
Il possesso è stato alla fine degli olandesi, ma di quelli sterili, quasi interamente nella comfort zone della propria metà campo. Ne è venuta fuori una partita non certo spettacolare, con poche occasioni da rete nel primo tempo (diciamo una a testa) peraltro su due conclusioni da lontano: al 2° una punizione di Grbic da 35 metri calciata benissimo (esterno destro modello maledetta di Pirlo a far salire la traiettoria e poi a riscendere verso il largo) ha imbarazzato Rui Patricio, bravo comunque a spostare la palla che si è comunque infranta sulla traversa; e al 27° un bel sinistro di Viña di interno collo mancino fuori area da sinistra ha terminato la sua corsa vicinissimo al palo, con Houwen inutilmente proteso.
5 i giocatori diversi rispetto ai titolari di Udine è stata la scelta inevitabile di Mourinho, che al derby ritroverà in campo dall’inizio Mancini e magari pure Oliveira, ieri squalificati, e poi farà la conta degli altri, ma è certo che rinunciare al poker d’assi Mkhitaryan (in regia), Pellegrini (sulla trequarti), Zaniolo in rifinitura) e Abraham (di punta) non è facile, nonostante le incerte prestazioni di ieri. Difficile che domenica rinunci a qualcuno di loro.
Dietro Ibañez si è preso il centrodestra e Kumbulla il centrosinistra, con Smalling in mezzo, Micky è stato il regista della prima impostazione, Veretout accanto a lui e Maitland-Niles e Viña sulle fasce (al derby almeno uno non ci sarà, forse entrambi visto il fosforo aggiunto da El Shaarawy nel finale). Insomma, Mou ha voluto le fasce cicciotte e coperte dimostrando di prendere molto sul serio l’impegno e di fidarsi assai poco di questi olandesi.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma-fc/as-roma-calcio-live-asroma/roma-vitesse-tabellino-17032022/