Tammy fa gol spingendo la palla dentro un po’ con la coscia e un po’ con il pube, poi bissa in volo su perfetto assist di Karsdorp; Lorenzo, romano e di professione capitano, chiude i giochi con una rete che è un disegno, un arcobaleno, la palla vola in aria e atterra sotto al sette. Nella stessa porta sotto la Nord dove, a settembre del 2018, segnò con il tacco. Pellegrini corre, mostra le orecchie ai cinquantamila dell’Olimpico, troppo criticato ultimamente e lui non ci sta. Alla fine, esce accompagnato dalla standing ovation.
Totti in tribuna sorride orgoglioso, Lorenzo è il suo erede designato (da lui stesso). Abraham mostra il sorriso dell’innamorato, di un amore sincero per Roma, la Roma, i suoi colori, le sue canzoni. La Lazio è suonata dalle loro tre note. Abraham ne poteva segnare anche tre e sarebbe stata l’apoteosi, ma il compasso si è aperto troppo e la porta spalancata non ha accolto il pallone per il poker. Sbeeeemmm scrive la Roma su Twitter alla fine del primo tempo, in effetti l’uno due dell’inglese – più il tris del capitano – suona come un doppio ceffone, che manda in tilt i piani di Sarri in ventidue minuti.
Due reti e una serie di primati per Tammy. “Non ho parole, non potevo chiedere di più. È bello vedere cosa significhi per i tifosi questa partita, ho contribuito alla vittoria, ne sono felice. Devo dire grazie ai compagni e ai tifosi. Da quando sono arrivato mi hanno fatto sentire a casa. Siamo uniti. La Roma ha investito molto su di me e voglio ripagarla. Mi dispiace solo non aver segnato il terzo gol“, le sue parole a fine partita, nudo alla meta. Per il capitano è la seconda rete nel derby e l’undicesima in stagione: 8 in campionato, tre in Conference, più quattro assist.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni