Quinta e impaurita. Proprio come a marzo dello scorso anno quando esattamente alla 24° giornata la Roma perdeva a Bergamo allontanandosi dalla zona Champions. La brutta sconfitta col Milan di domenica riporta Fonseca a guardare dal basso l’obiettivo che gli garantirebbe se non altro il rinnovo annuale. Ma più che la classifica (meno drammatica di un anno fa) a gettare ombre sulla Roma è stato l’approccio di nuovo passivo contro una big. Con Inter, Milan, Juve, Atalanta, Napoli e Lazio la squadra di Fonseca ha segnato 9 gol subendone 22, più del doppio.
Tre le vittorie in 21 partite in un anno e mezzo oltre alle figuracce con Siviglia e Spezia. Numeri amari che non permettono di sognare. Sul banco degli imputati rifinisce Fonseca che senza Champions direbbe addio alle poche speranze di restare in giallorosso. I Friedkin aspettano ma già da qualche mese nutrono parecchi dubbi sul tecnico che registra la corte del Benfica. Perché se è vero che la rosa presenta alcune lacune è altrettanto palese la differenza di atteggiamento con una pari qualità come il Milan di Pioli.
La crescita zero della Roma riguarda principalmente tre aspetti: la mancanza di alternative tattiche e la gestione dei cambi, la difficoltà di gestire tre competizioni e l’atteggiamento mentale. Che porta a errori individuali macroscopici visti in tutti i big match di questa stagione e che ha inibito i tentativi di rimonta a prescindere da alcune scelte arbitrali discutibili.
Tutta colpa di Fonseca? No. Perché anche alcuni presunti leader non riescono proprio ad alzare l’asticella. Su tutti capitan Pellegrini criticatissimo nelle ultime ore. Dopo di lui nella horror parade ci sono Mayoral e Pau Lopez che a Firenze potrebbero perdere il posto per far spazio ad El Shaarawy e Mirante. Smalling si è allenato in gruppo dopo un mese di stop ma con la Fiorentina l’unico recuperato sarà Kumbulla. Rinnovo in vista, infine, per Veretout sul quale resta vigile il Napoli.
FONTE: Leggo – F. Balzani