L’Udinese per ripartire. Come ad aprile. Sette mesi fa Pellegrini era reduce dal rigore sbagliato a Rotterdam contro il Feyenoord. Un errore che si trasforma nel punto più basso della sua avventura alla Roma. I social gli rinfacciano l’ingaggio da top player, sulle radio si dibatte sulle prestazioni del capitano, il fatto di essere romano e romanista si trasforma di colpo in un peccato da dover scontare. Non per i tifosi che frequentano l’Olimpico. Non per la Curva Sud. All’entrata in campo, Lorenzo riceve un supporto inatteso. Si gira verso il settore più caldo del tifò giallorosso e legge uno striscione che recita: “Nel bene o nel male, il capitano rimane tale”. È una liberazione. Il capitano torna a giocare come sa. (…)
José lo aspetta. E non perde occasione per rimarcarlo: «Ci manca, Lorenzo è il raccordo tra centrocampo e attacco». Proprio il reparto che nelle ultime quattro gare sta facendo più fatica. Lukaku e Dybala isolati là davanti senza ricevere un pallone giocabile che nelle idee dello Special deve arrivare proprio dal capitano, la mezzala d’inserimento a completare il reparto con Paredes e Cristante, aspettando Sanches, ancora in evidente ritardo.
È proprio il movimento e la visione di gioco che regala qualità al possesso e lo trasforma in pericolo per le difese avversarie che deve garantire Pellegrini, chiamato quindi ad aumentare le soluzioni offensive apparse nelle ultime uscite poche e inefficaci. Senza contare che la sua assenza è stata fondamentale anche sulle palle inattive: non può essere un caso che senza le parabole calciate dal numero 7, la squadra fatichi ad andare a segno in quello che negli ultimi due anni era stata la specialità. (…)
Adesso manca soltanto l’ultimo passo, quello del campo. La partitella di ieri è un primo assaggio. Ora avrà diversi allenamenti per trovare una condizione accettabile. L’appuntamento è per domenica 26 alle 18 contro l’Udinese. Per poi non fermarsi più.
FONTE: Il Messaggero