C’era una volta il punto debole della Roma: la capacità di mettere in mezzo un cross decente. Da sinistra o da destra. Indistintamente. Un peccato mortale calcolando i centimetri di Lukaku, Cristante, Mancini e via dicendo. Gente che di testa ci sa fare, che ha i tempi per fare male.
Angeliño si è presentato all’Olimpico mettendo in mostra la specialità della casa: due cross in rapida successione che hanno di colpo infiammato l’Olimpico. Minuto 9 di Roma-Cagliari: Angeliño prende palla sulla trequarti, avanza, alza lo sguardo e con il sinistro pennella poesia per Cristante che colpisce il palo. Normale amministrazione per chi ricopre quel ruolo, un qualcosa di straordinario per la Roma, completamente disabituata a sfruttare dei cross precisi, potenti, con quel giro giusto.
Di base escono dal piede naturalmente. Certo, con gli allenamenti li puoi affinare, ma hanno lo stesso concetto dei dribbling, della capacità di saltare l’uomo nell’uno contro uno. O li sai fare o oppure no. Insomma, buona la prima per Angeliño. Il suo è stato un debutto perfetto, al di là dei crampi che l’hanno costretto a uscire quando la partita era comunque virtualmente chiusa.
L’esterno non giocava una partita da dicembre, ha sentito la fatica. Era finito ai margini del Galatasaray che non lo voleva riscattare: sarebbe accaduto al raggiungimento di un determinato numero di presenze (20). Ha cambiato aria. Ha scelto la Roma per rilanciarsi anche perché la Roma aveva bisogno di lui.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia