Lo hanno fatto smettere, lui non lo ha mai fatto realmente. E oggi non smette di provocare, di scherzare, di tenere alto il nome. La sua è un’idea pazza, una boutade: “Potrei tornare a giocare“. Boom. Parole e musica di Francesco Totti, anni 48, per sempre capitano della Roma, presente ieri con il suo sponsor, Betsson sport, a un evento milanese, davanti a dirigenti di club di varie discipline sportive. Ma mica dirà sul serio? La sua è solo una mezza verità, nascosta da una battuta.
È vero che qualche tempo fa qualche squadra lo ha cercato (si era parlato del Cagliari o della Sampdoria, ad esempio) proponendogli un contratto a partita, e la risposta è stata “no, grazie”. Lui è il primo a sapere che quanto sostiene sia ormai irrealizzabile, non ha più l’età né la struttura per reggere un campionato di serie A.
La crisi dei numeri “10” è aperta da tempo. E a lui sale la nostalgia e, alla prima coccola, ancora arrossisce. Il concetto è chiaro, dunque, ed è questa la sua verità: in un calcio cosi modesto, anche io (cioè lui. Totti) a 48 anni sarei in grado di giocare. Oggi sarebbe più facile ancora: basta andare in Arabia, negli States e tutto è possibile. Tanté che proprio ieri, dopo le sue dichiarazioni, da quelle parti hanno chiesto se fosse vero questo suo desiderio.
Ovviamente no. Il suo è il solito modo guascone per divertirsi e divertire, come quando ha detto che avrebbe sfidato Sinner a Padel, come quando per anni ci ha raccontato che avrebbe saltato il derby e poi lo ha puntualmente giocato. E anche un modo forse indiretto per proteggere la Roma: si parla più di questo che dei problemi di Juric.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni