Totti e la Roma, una storia infinita. Lo è sicuramente per le 786 presenze e i 307 gol di Francesco con la maglia giallorossa, per ciò che ha rappresentato per i tifosi per oltre vent’anni, per essere stato l’ultima vera bandiera del calcio italiano. Probabilmente internazionale. Ma è una storia infinita anche per il rapporto nostalgico che si sta trascinando dal 2019, da quando Francesco ha lasciato il Fulvio Bernardini dopo due sole stagini da dirigente-uomo immagine della Roma di Pallotta. Nostalgico e a tratti frustrato.
Quella frustrazione che ti lascia solo un amore che finisce male. Perché se c’era una cosa in cui sperava Totti da quando i Friedkin hanno rilevato la Roma nel 2020, era proprioquella di tornare all’interno della società con un ruolo operativo da dirigente. Qualche chiacchiera con il patron texano c’è stata, ma niente di più. L’ex dieci non si è chiuso nel silenzio ma ha parlato, ha rilasciato interviste, ha manifestato a tratti la sua delusione, a volte gli è scappato indirettamente anche un invito ai Friedkin a comporre il suo numero di telefono e avanzare la proposta.
Quella telefonata non è mai arrivata e mercoledì è probabile che si sia chiuso definitivamente e nuovamente il cancello di Trigoria per il suo ritorno. «Non mi aspettavo questa situazione. Ma va bene lo stesso: siamo tutti felici, sia io che loro. Magari i tifosi un po’ meno – ha detto a Sky -. A un certo punto diventi ingombrante. Un nome importante, e pure competente, offusca tutto il resto. Evidentemente se io, Del Piero e Maldini non siamo presi in considerazione dalle rispettive società ci sono altri obiettivi e altri pensieri». Parole pesanti, non certo apprezzate dalla dirigenza della Roma, arrivate in un momento in cui tutti dentro Trigoria avrebbero voluto concentrarsi soltanto sul campo.
Anche per questo motivo il club ha deciso di non replicare alle parole della bandiera giallorossa. Né sul suo mancato ritorno, né sul suo giudizio sull’operato della società: «Il mercato mi ha convinto? Nì – ha detto Totti -. All’ultimo momento hanno dovuto cambiare tutto dopo i casini che sono successi». Totti allude al dietrofront di Dybala e al mancato acquisto di Danso, due spartiacque per le mosse successive: «Hanno rischiato tutto. Ora tocca a De Rossi assemblare i nuovi acquisti, sperando che i giocatori entrino velocemente in condizione».
Da Trigoria non si aspettavano certo un appoggio incondizionato, ma neanche una critica così severa da parte di chi conosce le difficoltà che deve affrontare un club tra mercato, finanze e strategie. Le parole di Francesco segnano probabilmente la chiusura della Roma a un suo ruolo da dirigente. E lo stesso Totti lo ha messo in preventivo. Si sente deluso e amareggiato dalla situazione, vorrebbe dare tutto se stesso per la Roma ma fin qui nessuno ha puntato su di lui. Arrivederci allora, alla prossima eventuale proprietà – salvo clamorosi ripensamenti – se un giorno i Friedkin decidessero di vendere. Per il momento questo è un capitolo chiuso all’interno di una storia infinita.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi