Da Roma a Milano, passando per Modena e Bergamo. Il caso plusvalenze rischia di non avere più confini sul territorio nazionale e tutto nasce dall’indagine della procura capitolina sulla società giallorossa. Alla quale, lo scorso 22 aprile, era stata notificata la richiesta di rinvio a giudizio, oltre che per l’ex presidente James Pallotta, anche per il vecchio direttore generale, Mauro Baldissoni, l’ex amministratore delegato, Guido Fienga, e poi Giorgio Francia, Umberto Maria Gandini, Francesco Malknecht e per la società.
Erano stati prosciolti, invece, gli attuali proprietari – i Friedkin -. Ma ciò nonostante l’inchiesta nata a Piazzale Clodio rischia di innescare un effetto domino. A cominciare dall’Inter, sulla quale torna a indagare la procura di Milano. La stessa cosa hanno fatto i colleghi di Modena per il Sassuolo, di Bergamo per l’Atalanta e nuovamente quelli di Roma per il Napoli.
È bene ricordare, infatti, che le operazioni monitorate sono 12 e ricorrono un arco temporale che va dal 2017 al 2021. Un’indagine nata dalla più famosa inchiesta “Prisma” che ha visto coinvolta la Juventus. Ad esempio nell’operazione Nainggolan. Secondo i pm essendo la cessione avvenuta al club nerazzurro per 38 milioni di euro, avrebbe dovuto generare una plusvalenza effettiva di 24 milioni e non di 31 come contabilizzato.
La Guardia di Finanza nella sua relazione alla procura spiega così questo passaggio: «Nell’ambito delle operazioni ‘a specchio ‘ esaminate, sembra che la contabilizzazione abbia assunto il ruolo non più di mezzo, ma quello di fine. Vale a dire che col fine di poter contabilizzare una plusvalenza più alta di quella effettiva si decideva di fissare i valori dei calciatori oggetto di scambio a un prezzo diverso da quello che sarebbe stato stabilito se la decisione avesse comportato un incremento della liquidità da impiegare per l’operazione».
Inoltre da un atto del 6 marzo 2024 sempre all’interno dell’inchiesta sulle presunte plusvalenze fittizie giallorosse emerge anche un accertamento fiscale a carico della Roma. L’ipotesi è che la società capitolina, effettuando un iscrizione errata a bilancio, abbia alterato anche le proprie dichiarazioni ai fini Ires e Irap. Insomma, il caso plusvalenze continua, e molto probabilmente continuerà, a far parlare di sé a distanza ormai di anni dalla sua nascita.
FONTE: Tuttosport – D. Marchetti