Questa non è solo una storia di sport, ma è anche una storia d’amore. Trentacinque partite di cui venti senza subire gol. Una stagione meravigliosa culminata con lo 0-0 di Benevento che non ha regalato solo la promozione alla Juve Stabia ma ha sancito che Demba Thiam, 26 anni, è il miglior portiere della Serie C.
In prestito dalla Spal, ha vissuto un anno incredibile e a vederlo uscire dal campo abbracciato da tutti i compagni sembrava davvero felice come se avesse realizzato il sogno di una vita. Una vita che non sempre è stata facile e non sempre gli ha concesso di poter pensare solo al pallone.
A giugno del 2020 ha aderito alla campagna Black Lives Matter mentre lo scorso anno, quando giocava a Foggia, reagì agli insulti razzisti dei tifosi del Cerignola e venne squalificato dal Giudice Sportivo. Nessuno tornò indietro sulla decisione, di lui si parlò poco perché a volte conta – purtroppo – anche il nome. E Thiam non era Lukaku.
Oggi è solo un brutto ricordo e lui ammette che “no, non credo che l’Italia sia un paese razzista”. Capitolo chiuso, meglio tornare al calcio e a uno spogliatoio che lo ha accolto a braccia aperte: “Il nostro segreto, mio e della squadra, è il gruppo: umiltà, lavoro e cuore”.
Nella sua notte magica Demba ha dovuto, e voluto, fare i conti anche con un telefono che non la smetteva più di squillare. Messaggi, telefonate, risate e commozione: un amore infinito. Tra i tanti messaggi uno speciale da parte di un ragazzo di qualche anno più grande di lui che, come Thiam con la Juve Stabia, sta cercando di coronare il suo sogno. E in parte c’è riuscito: quel ragazzo di nome fa Daniele e di cognome De Rossi. I due erano insieme alla Spal, l’allenatore della Roma ne parlò benissimo ma lo impiegò solo in un paio di occasioni: “Meriterebbe più spazio, solo che io non amo l’alternanza in porta”.
I rapporti erano e sono ancora ottimi: “Sì – conferma Thiam -. Ci sentivamo spesso, anche prima che andasse alla Roma. Lo considero un allenatore tra i più forti perché sa cosa vuole e ha le idee chiare su come far giocare la squadra. Mi ha fatto molto piacere ricevere un suo messaggio per farmi i complimenti mentre tornavamo a Castellammare in pullman”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – C. Zucchelli